Batman v Superman: Dawn of Justice, la recensione
Fagocitato dalla sua stessa voglia di grandezza, Batman v Superman regala momenti eccezionali e propone un punto di vista fantastico sul supereroismo
Batman v Superman basa tutta la sua percezione degli eroi su questo meccanismo e questa è la parte migliore, più interessante e centrata di tutta la concezione del supereroe per Zack Snyder. Il vero asso nella manica che non ha la Marvel, molto più piegata sul rendere contagiosa l’eccitazione data dal superpotere.
Batman è così spaventoso che bisogna prendere in prestito soluzioni di linguaggio dal cinema horror per mostrare un suo salvataggio, uno in cui addirittura i salvati sono terrorizzati da chi li ha aiutati, e che forse è il momento migliore del film assieme al suo inizio; Superman è così luminoso, perfetto e deistico che appare lentamente in controluce come in un dipinto kitsch di Gesù appeso nel salotto di una famiglia messicana immigrata a New York. Per buone parti del film, almeno quando gli eroi sono al lavoro, li vediamo dal punto di vista delle vittime o dei salvati, un po’ rubando le idee alla graphic novel Marvels, un po’ ammirandoli e temendoli al tempo stesso. Se c’era un modo di declinare l’approccio “serioso” al fumetto della DC cinematografica, questo sicuramente è uno dei più grandiosi e ammalianti.
Comunque la si pensi Affleck e Cavill sono perfetti, finalmente ottimi nei loro panni, ottimi nell’incarnare degli archetipiComunque la si pensi Affleck e Cavill sono perfetti, finalmente ottimi nei loro panni, ottimi nell’incarnare degli archetipi e Affleck in particolare con il suo fisico che appare tarchiato e squadrato, senza collo come il Batman della serie animata anni '90, è un uomo pipistrello perfetto per opporsi allo slanciato Superman. Molto più sicuri di sè e centrati del Luthor di Jesse Eisenberg, costretto a calzare scarpe troppo grandi (quelle di Gene Hackman e Kevin Spacey) e pietosamente rifugiato in una recitazione caricaturale che non padroneggia. Un peccato. Di certo a trionfare è Gal Gadot, super donna già da molto prima di presentarsi come Wonder Woman, calza la scena con un passo superiore al resto dell’umanità. Non è di questo mondo e si vede anche solo quando entra in una stanza, caratteristica che le dona un’altra carica quando effettivamente scende sul campo.