Batman: The Killing Joke, la recensione del film
Abbiamo recensito per voi Batman: The Killing Joke, film d'animazione basato sull'omonima opera di Alan Moore e Brian Bolland
La storia vede Joker protagonista dell'ennesima evasione dall'Arkham Asylum, con Batman che si impegna subito a dargli la caccia per evitare che possa innescare una nuova ondata di caos e sbatterlo nuovamente in gattabuia. Sembra che sia un altro caso di ordinaria amministrazione per il Cavaliere Oscuro, specie perché il modus operandi del Principe Pagliaccio del Crimine, per quanto imprevedibile, si mantiene sempre su pattern di "straordinaria amministrazione" che porta il Pipistrello a dare la caccia al clown quasi come fosse un "acchiapparello" con "contorno" di omicidi e distruzione: Joker ha sempre avuto una pulsione nei confronti di Batman - talvolta anche ritratta in chiave esplicitamente sessuale, basti pensare all'opera Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo di Grant Morrison e Dave McKean - da lui ritenuto come un "suo simile", un frutto diverso caduto però dallo stesso albero.
Questa volta il supercriminale alza l'asticella portando il gioco su un nuovo e imprevisto livello che paradossalmente parte proprio dalle suddette basi: in uno slancio di insolita lucidità programmatica, Joker decide di architettare un piano molto complesso, poi perfettamente messo in atto, che possa dimostrare "qualcosa" a Batman. Per farlo, il Principe Pagliaccio del Crimine rende la sfida e la conseguente caccia molto personale, andando a colpire in maniera crudele e spietata delle persone vicine al Cavaliere Oscuro, il Commissario del GCPD, Jim Gordon, e sua figlia, Barbara Gordon, che è segretamente Batgirl, una dei partner storici di Batman nella lotta al crimine.
Batman: The Killing Joke può essere sostanzialmente diviso in due atti, il secondo dei quali è un adattamento pedissequo della fonte originale a fumetti, dall'inizio alla fine. La fedeltà con la quale le pagine della graphic novel sono trasformate in un lungometraggio d'animazione è incredibile, e questo fa riflettere su quanto il lavoro di Moore e Bolland sia eccezionale, tanto da non risultare danneggiato in alcun modo dal passare del tempo, nonostante siano passati trent'anni. Questo secondo atto del film infatti ricalca la narrazione dell'opera originale anche nei suoi più piccoli e infinitesimali dettagli: dall'arrivo di Batman ad Arkham sotto la pioggia con Gordon in attesa, alla segretaria sorpresa presente nella hall del manicomio, al passaggio davanti alla cella di Harvey Dent/Due Facce (stesso numero di matricola), al solitario giocato dal colui che è ospitato nella cella di Joker, e così via, sino all'allibente finale.
Se da un lato questo aspetto non connota il secondo atto di Batman: The Killing Joke in maniera particolarmente originale - cosa che chi scrive non considera un difetto - dall'altro è incredibile rilevare (qualora ce ne fosse bisogno) quanto lo storytelling del fumetto sia cinematografico e moderno ancora oggi: fondamentalmente per realizzare un adattamento animato di questa storia non è stato necessario far altro che trasporre il racconto nella sua integrità.
Questo twist narrativo farà certamente storcere il naso ai puristi di Batman e della sua mitologia, ma come elemento narrativo aggiunto è assolutamente sensato e coerente con la trama dell'adattamento, che viene resa così più matura e moderna, oltre a dare allo spettatore un bel colpo di scena in più. Il coito tra i due personaggi non è qualcosa di gratuito (e per nulla esplicito, aggiungiamo), ma serve a conferire maggiore mordente alla storia: data questa variabile, che mette ulteriormente in crisi il rapporto tra Batman e Batgirl, viene reso ancora più personale e doloroso quanto Joker andrà poi a fare alla ragazza.
Trattandosi di un'opera a sé stante, che si svolge in un universo narrativo indipendente, ci sentiamo di approvare questa scelta fatta dagli autori. Ricordiamo, inoltre, che i rapporti sentimentali (o spesso meramente sessuali) non sono una novità nel fumetto supereroistico, in particolare quello DC Comics, e che lo stesso Batman ne è stato più volte protagonista, spesso con Selina Kyle, con la quale ha da sempre un rapporto tormentato, ma anche molto fisico; dalle storie anni '80 di Doug Moench, al cocente rapporto sessuale mostrato in uno dei primi numeri della più recente serie Catwoman, che esordì all'alba del reboot de I Nuovi 52: ricordiamo le tavole cariche di sensualità disegnate da Guillem March, così come il rapporto sessuale mascherato - sotto la pioggia - tra Batman e Black Canary mostrato in All Star Batman and Robin the Boy Wonder di Frank Miller e Jim Lee (seppur non in continuity).
Il livello di violenza riscontrata in Batman: The Killing Joke è molto elevato, cosa che rende questo cartone animato un prodotto per adulti. È in questo senso che abbiamo rilevato una occasionale gratuità in alcuni momenti espliciti, come quello nel quale si vede volare in primo piano la mano di un criminale fatto saltare in aria: una scena sicuramente di grande impatto visivo, ma non necessaria ai fini della storia (fermo restando che questa presa molto matura trova il nostro consenso).
La trama del fumetto di Batman: The Killing Joke viene lasciata sostanzialmente invariata, ma di fatto traslata nel presente della continuity DC Comics, al fine di conferire maggiore modernità al tutto. Dal costume di Batgirl, alla Batmobile, alle tecnologie utilizzate da Batman e dai suoi avversari, il racconto si svolge chiaramente nel XXI secolo. Inoltre, come apprendiamo da alcune immagini presenti sullo schermo del computer nella Batcaverna, Joker ha già ucciso Jason Todd (il secondo Robin) e conosciuto Harley Quinn, divenuta sua partner nella vita privata come in quella criminale: questi elementi narrativi, oltre a essere simpatiche easter egg, sono delle variazioni sul tema, in quanto l'originale Batman: The Killing Joke uscì nel 1986, mentre Robin fu ucciso solo nel 1989 nella saga Una morte in famiglia di Jim Starlin e Jim Aparo, mentre il personaggio di Harley Quinn nacque più tardi, nel 1992, nella serie animata di Batman creata da Paul Dini e Bruce Timm (co-regista del film in questione).
Qualche nota tecnica rapida, a partire dall'impeccabile sceneggiatura e dalla regia (sebbene prive di particolare inventiva) di Batman: The Killing Joke: la trama del film, come già detto, è coerente e fedele alla fonte originale, alla quale va ad aggiungere un intero filone narrativo inedito che funge da prologo, rendendo così il contesto ancora più personale, profondo e tragico, ma senza sbavature. L'animazione è molto moderna, in termini di fluidità e dinamicità, ma allo stesso tempo ha un retrogusto vintage, poiché i character design ricordano molto quelli della storica Batman: The Animated Series, sebbene con qualche modifica. Pregevole, infine, l'interpretazione dei personaggi da parte dei doppiatori originali, sui quali il Joker di Mark Hamill spicca prepotentemente.
In conclusione, Batman: The Killing Joke è un film d'animazione al quale è difficile trovare un difetto: moderno al punto giusto, ma non immemore del passato, ci consegna una delle storie più caratterizzanti e di spessore del Cavaliere Oscuro trasposta in un nuovo medium, che potrà raggiungere tutti coloro che non hanno ancora avuto la fortuna di fruirne.
Il film sarà disponibile da domani sulla piattaforma iTunes.