Batman: L'Oscuro Principe Azzurro vol. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume della graphic novel con cui Enrico Marini rivisita Batman

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Batman: The Dark Prince Charming vol. 1, anteprima 01

Enrico Marini è un fumettista coi fiocchi e il suo Batman è splendido da guardare, oltre che risultare dal sapore classico, personale e moderno assieme. Questa è la scelta fondamentale che sta alla base di Batman: L'Oscuro Principe Azzurro. La storia, che l'autore italiano ha realizzato nella sua interezza, sceneggiatura e disegni, ci mostra una sorta di sintesi dell'immagine media del personaggio. Mescolando l'estetica cinematografica ben radicata nell'immaginario collettivo, le ambientazioni della Gotham delle avventure più noir e hard boiled e sfondi quasi nebbiosi e sfumati, ci regala una visione personale, ma in qualche modo fortemente istituzionale del Cavaliere Oscuro. Realizzata con una perizia e una potenza del tratto davvero ammirevoli.

Marini è soprattutto quel che nel Cinema si definirebbe un bravo direttore degli attori. Sulla pagina, i suoi personaggi recitano in maniera estremamente espressiva, e l'attenzione e la cura nei dettagli in questo campo è percepibile e coinvolgente per quei lettori che si soffermano volentieri a guardare. Si sente che Marini è padrone completo della storia e che le immagini sono il frutto di una volontà narrativa ininterrotta. Anche la sua Gotham risulta un panorama mozzafiato, immaginata e disegnata strizzando l'occhio un po' a Christopher Nolan e un po' alle storie della Silver Age. Qui, però, termina sostanzialmente quel che di davvero memorabile c'è nella prima metà di questa graphic novel dal sapore tanto autoriale ed europeo quanto classico.

Perché Marini racconta, con abilità e sapienza, una storia che già abbiamo visto e che corre su binari di qualità più che buona, ma fatica a restare troppo impressa in chi conosce bene il personaggio o è avvezzo al Fumetto di super eroi in generale. C'è un Batman tutto d'un pezzo, giustiziere oscuro e di poche parole, che gioca a guardi e ladri con un Joker un po' diverso da quello che si vede nelle storie della continuity DC Comics, ma che sostanzialmente risponde a un'immagine piuttosto comune del personaggio: il folle dalla mente geniale quanto instabile e dall'umorismo spietato, rapinatore sadico e senza scrupoli. C'è una divertente deviazione per quanto riguarda il suo rapporto con una capricciosissima Harley Quinn a connotarlo in maniera interessante, ma sostanzialmente siamo di fronte a una bella caratterizzazione visiva di un cattivo del tutto da manuale.

Batman: The Dark Prince Charming vol. 1, anteprima 02

Si sente che L'Oscuro Principe Azzurro è una storia pensata per un pubblico che non è quello abituato al personaggio e ai comics. Il progetto, frutto di collaborazione tra la casa editrice Dargaud e la DC Comics, trova uno sviluppo ammirevole dal punto di vista tecnico ma estremamente prudente nel manipolare il materiale narrativo. Una visione personale, ma molto potabile, che incontra il gusto e le aspettative del pubblico invece che deviare dalla norma, che cerca di essere quanto più inclusiva possibile. Questa è la descrizione superficiale del primo volume di Batman: L'Oscuro Principe Azzurro, che tende a colpire molto più l'occhio e a lasciare a bocca aperta per i disegni di Marini che a coinvolgere nella storia.

Peccato. Perché siamo rimasti minuti interi a osservare certe pose di Batman, e una in particolare di Catwoman che pare una media ponderata tra quella vista nella trilogia nolaniana, quella classica e quella delle attuali trame di Tom King. A costo di ripeterci: Marini è un disegnatore favoloso e non solo per quanto attiene al tratto e alle doti rappresentative. Sa anche raccontare molto, molto bene per immagini e i suoi dialoghi sono più che all'altezza. Ma la comprensibile prudenza di questa storia rende il progetto poco significativo, perché percorre sentieri tutto sommato già visti, già noti.

Ci piacerebbe moltissimo vedere il fumettista alle prese non con qualcosa di più coraggioso, che non debba per forza preoccuparsi delle conferme e che gli consenta di osare di più.

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