Batman: La maledizione del Cavaliere Bianco, la recensione
Con Batman: La maledizione del Cavaliere Bianco, Sean Murphy è riuscito a portare avanti più che degnamente la trama imbastita in precedenza
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Se siete tra i pochi che non hanno letto Batman: Cavaliere Bianco, miniserie in otto capitoli firmata da Sean Murphy, sappiate che vi siete persi una delle storie più belle pubblicate recentemente incentrate sull’eterno confronto tra l’Uomo Pipistrello e Joker. Grazie a un interessante ribaltamento dei ruoli, dove il Principe Pagliaccio del Crimine è apparso come il vero protettore della città e ha intrapreso una personale marcia per fermare l’attività del vigilantes mascherato di Gotham, il titolo ha riscosso un meritatissimo successo che ha portato alla realizzazione di un secondo capitolo e uno spin-off, raccolti da Panini DC Italia in un volume cartonato intitolato Batman: La maledizione del Cavaliere Bianco.
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Mentre seguiamo le macchinazioni di Joker e l’inserimento di Azrael come variabile nella battaglia tra i due avversari, l’artista statunitense distilla gradualmente gli elementi che ci svelano come è nata Gotham, le lotte intestine alla comunità nata nel Diciottesimo secolo e la genesi delle famiglie che ne hanno determinato fortune e sventure. Murphy convince anche sotto quest’aspetto giocando con il lettore, portandolo a credere determinate verità salvo poi fare marcia indietro, confondere un po’ le acque e mostrarci solo sul finale verità ancora più scomode. In tal senso, lo speciale dedicato a Viktor Von Freeze contribuisce a rendere il quadro di insieme ancora più inquietante e dai risvolti inattesi.
Se, nonostante tutti questi elementi, siete titubanti sull’approccio a quest’universo narrativo, allora lasciatevi convincere dall’ennesima ottima prova al tavolo da disegno di Murphy. Le sue tavole sono puro piacere per ogni amante del Fumetto: il suo tratto peculiare tratteggia in maniera unica e accattivante la città di Gotham e i suoi abitanti, sia nel passato, sia nel presente, risultando sempre credibile e convincente. Non di meno, l’artista si ammalia con la realizzazione di più Batmobili, molte delle quali richiamano il design della serie animata degli anni ’90. Pochi esponenti della Nona Arte possano vantare uno stile così riconoscibile e Murphy è, senza dubbio, uno di questi.
L’epopea del Cavaliere Bianco proseguirà e tanti altri aspetti - che troviamo tra queste fondamentali pagine - verranno sviscerati. Il consiglio, o meglio l’imperativo è uno solo: leggete assolutamente Batman: La maledizione del Cavaliere Bianco. Siete stati avvisati.
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