Batman: Europa Uncut 4, la recensione

Abbiamo recensito per voi il quarto numero di Batman: Europa Uncut, opera di Casali, Azzarello, Camuncoli e Parel

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Giunge al termine il viaggio di Batman e Joker in giro per l'Europa a caccia di un antidoto per il virus letale geneticamente modificato conosciuto come Colossus. Partiti alla volta di Berlino, la ricerca del misterioso criminale che li ha infettati - noto come Cavallo di Troia - spinge questo strambo duo prima a Praga e successivamente a Parigi dove, in preda agli effetti del virus, assistono all'uccisione di Nina. Le forze iniziano a venire meno quando i due acerrimi nemici giungono a Roma, ma un ultimo estremo sforzo è loro richiesto per affrontare una minaccia letale incombente.

Queste le premesse dell'albo conclusivo di Batman: Europa, miniserie DC Comics pubblicata da RW-Lion e nata da un'idea di Matteo Casali, che per l'occasione ha unito le forze con Brian Azzarello e Giuseppe Camuncoli, autore degli splendidi layout presentati nell'edizione Uncut.

Questa volta siamo nella Città Eterna, teatro immortale di tanti scontri che ha visto affermarsi e cadere imperatori, papi e dittatori. Purtroppo, anche in questo capitolo si avverte la stessa sensazione provata nel precedente: il Pantheon, il Colosseo e i Fori Imperiali sono porzioni di storia abusati, utilizzati in tutte le salse sui manuali scolastici o nelle guide turistiche. Le capitali del Vecchio Continente dialogano con i due protagonisti sulle pagine di Batman: Europa, ma lo fanno attraverso un linguaggio canonico che svilisce le grandi potenzialità che queste ambientazioni "esotiche" avrebbero potuto offrire a un'avventura del Cavaliere Oscuro.

Se i primi due numeri ci avevano convinto grazie a una trama coinvolgente - in cui Casali e Azzarello sfruttavano al meglio la variazione dello status quo tra Batman e Joker per approfondirne i risvolti psicologici - la seconda metà della miniserie risente di uno sviluppo confusionario e decisamente privo di mordente. Non convince la risoluzione della vicenda: troppo affrettata, manchevole di una logica convincente e di una costruzione credibile. Alla fine della lettura sono diversi gli interrogativi che non trovano risposta e, soprattutto, forte è la sensazione di trovarci di fronte a un'incompiuta, una storia che partita con i migliori propositi si perde nella fase centrale, per poi fallire nel finale tradendo lo spirito stesso del progetto - introspettivo e investigativo - con una banale scazzottata.

Non tradisce le aspettative e, anzi, contribuisce a mantenere alto lo standard qualitativo dell'opera, la prova al tavolo da disegno di Gerald Parel. La tecnica ad acquerello che rende sfumati i contorni delle figure conferisce un'aura a tratti onirica alla narrazione ed esalta i tanti primi piani che si susseguono nelle ultime sequenze concitate: l'espressività dei pennelli dell'artista conquista per le sofisticate composizioni dall'elevato impatto visivo che donano una certa drammaticità all'epilogo.

Batman: Europa poteva rappresentare l'occasione di testare le avventure dell'Uomo Pipistrello fuori dalle sue abitudinarie ambientazioni. Sebbene costruita sul più classico degli schemi (una misteriosa minaccia letale da sventare con l'utilizzo del proverbiale ingegno), la presenza di un alleato improbabile e gli scenari alternativi rappresentavano dei punti di interesse notevoli. Tanto (ottimo) fumo, ma davvero poco arrosto per questa miniserie, che si conclude lasciandoci con l'amaro in bocca. La speranza è che la DC Comics non abbandoni del tutto l'idea di realizzare storie ambientate fuori dalle "confortevoli" strade di Gotham e che Casali possa avere presto un'altra possibilità per dimostrare il proprio talento.

Continua a leggere su BadTaste