Batman: Europa Uncut 3, la recensione

Abbiamo recensito per voi il terzo numero di Batman: Europa, miniserie scritta da Casali e Azzarello per i disegni di Latorre

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Colossus, un virus letale geneticamente modificato di natura aerea, ha infettato Batman e Joker lasciando ai due arcinemici una sola settimana di vita; costretti a unire le forze, intraprendono un viaggio in Europa sulle tracce del fantomatico Cavallo di Troia, artefice del virus. Dopo un prima tappa a Berlino, focolaio dell'infezione, incontrano la giovane Nina, inconsapevole complice del folle criminale e, a sua volta, vittima delle sue manipolazioni. La caccia dell'Uomo Pipistrello e della sua nemesi si sposta in seguito a Praga, dove affrontano degli strani robot che, una volta catturata Nina, si dirigono verso Parigi. Qui i nostri devono fare affidamento sulla grande conoscenza della città da parte di Joker e di una strana combriccola di persone a lui devote per salvare la vita della ragazza e trovare un antidoto alla malattia che li sta lentamente uccidendo.

Continua l'avventura del Cavaliere Oscuro in giro per il vecchio continente nella miniserie Batman: Europa, edita in Italia da RW Edizioni e giunta al suo terzo e penultimo numero. Come già successo in precedenza, Matteo Casali e Brian Azzarello dedicano l'apertura dell'albo alla capitale che offre loro lo scenario: la Torre Eiffel, il Louvre, Montmarte e il Surrealismo fanno capolino tra queste pagine in maniera scolastica, banale e scontata, riducendo la città a poche immagini fin troppo abusate.

La scena ben presto si sposta su un'ambientazione più atipica, le catacombe, salvo, poi, tornare in territori più familiari, come cattedrali gotiche e gargolle. L'anima oscura e misteriosa di Parigi è molto vicina alle rappresentazioni di Gotham che abbiamo ammirato nel corso degli anni, e questa storia sublima alla perfezione questo forte legame tra le due città. Non capiamo, però, il perché non siano stati utilizzati riferimenti e paesaggi inediti che avrebbero conferito un taglio diverso e più originale al tutto.

La riproposizione stanca di questo schema narrativo, inoltre, risulta ridondante e scontata, una volta giunti a questo punto della storia, e lo sviluppo circolare della trama non aiuta la fruizione della miniserie, che alla lunga perde mordente e lascia irrisolti molti punti di non secondaria importanza: chi è questo Cavallo di Troia? Qual è la genesi del virus? E perché ha colpito proprio Batman e Joker? Questi elementi vengono in parte equilibrati dall'attento e riuscito lavoro in fase di caratterizzazione dei personaggi e di scrittura dei dialoghi.

La malattia sta conducendo Batman in un territorio inesplorato in cui il confine che divide realtà, illusione e delirio è talmente labile che queste dimensioni si uniscono per creare immagini sbiadite. In questo valzer di sensazioni e colori che si susseguono, l'unica certezza - o comunque l'appiglio cui aggrapparsi - è il Joker, la persona più instabile, folle e crudele che Batman abbia mai incontrato; anni a inseguirsi, a sventare follie, devastazioni e caos per poi abbandonarsi nelle braccia di chi lo vuole morto.

Il viaggio nella psiche del Joker, invece, lascia trasparire la sua cinica follia guidata da un intelletto e un genio davvero forte e dominante. Questa dicotomia tra l'istinto rabbioso e la lucida ragione che ribalta la visione che da sempre accompagna questi personaggi ci regala alcuni passaggi profondi, narrativamente coerenti e di rara intensità. Il concentrarsi sul risvolto psicologico della malattia e della perdita del controllo rappresenta senza dubbio il punto di forza di questo Batman: Europa che, se da un lato perde in termini di sviluppo della trama e originalità, dall'altro ne guadagna per l'interessante approfondimento caratteriale, un ulteriore tassello posto nella costruzione dell'antologia di questi due storici personaggi.

Come successo anche per i numeri precedenti, la componente grafica ha un fascino e un appeal che sapranno conquistarvi subito. Artefice di questa straordinaria prova è Diego Latorre, con il suo stile pittorico, un tratto sfocato e colorazioni pastello che imprimono una forte drammaticità alla narrazione. Questa scelta traduce perfettamente su carta i concitati momenti di questo capitolo, riuscendone a cogliere le varie sfumature dei singoli passaggi e riproporli in scene epiche, cariche di pathos e vive. Le pose plastiche e intense dei personaggi perdono un po' in potenza espressiva durante le fasi concitate degli scontri, mantenendo, però, sempre il controllo della composizione e della proporzione.

Sfogliando l'albo dell'edizione Uncut di Batman: Europa 3 troviamo anche i layout di Giuseppe Camuncoli e notare il contrasto tra l'idea primigenia e la resa finale ci permette di godere appieno dello stile grafico dei due artisti, oltre che del loro diverso approccio al disegno. Un dietro le quinte davvero stimolante che arricchisce la conoscenza di questo esperimento editoriale.

Batman: Europa è partito con propositi inediti di sicuro interesse che hanno reso il progetto meritevole di attenzione, anche per l'elevata qualità degli autori coinvolti. Purtroppo, lungo il cammino qualcosa sembra essersi bloccata. Aspettiamo l'ultimo numero con grande attesa e grandi aspettative, non solo perché l'Uomo Pipistrello giungerà a Roma, la Città Eterna, ma soprattutto perché speriamo che la risoluzione di questo disperato inseguimento non tradisca le premesse iniziali. Le vite di Batman e Joker sono appese a un filo, un filo che diventa sempre più sottile.

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