Batman: Europa Uncut 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo numero di Batman: Europa nella sua edizione Uncut pubblicata da RW-Lion

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Non è la prima volta che Batman è impegnato in una corsa contro il tempo per salvare la propria vita e quella di qualcuno che gli è vicino. È la prima volta, però, che quel qualcuno ha il volto e le fattezze del Joker, acerrimo nemico del Crociato Cappucciato sin dalla sua prima apparizione. Eppure, da quando entrambi hanno scoperto di essere stati infettati da un virus chiamato Colosso e che resta loro solo una settimana di vita, i due hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e stringere una stramba alleanza che li porterà in giro per l’Europa alla ricerca di un misterioso criminale e di una cura che eviti loro la morte.

Questo l’incipit di Batman: Europa, progetto nato nel 2004 da un’idea di Jim Lee, Brian Azzarello e Matteo Casali. Dopo clamorosi rinvii e ritardi che hanno fatto temere l’annullamento della miniserie, Batman: Europa ha fatto il suo esordio lo scorso novembre 2015 negli Stati Uniti, e oggi grazie a RW-Lion giunge in Italia il secondo capitolo di questa appassionante epopea.

Le indagini iniziali svolte in solitario dal Cavaliere Oscuro conducono a Berlino, punto di partenza di questa caccia alla matrice di Colosso. Nella capitale tedesca facciamo la conoscenza di Nina, giovane ragazza abile con il computer, la quale scopriamo essere l’esecutrice materiale della diffusione del virus. Ma non il mandante. Lei ha solo eseguito gli ordini impartiti da un certo Cavallo di Troia, nome in codice dietro al quale si nasconde la mente criminale che vuole vedere Batman e la sua nemesi morti. Seguendo un invisibile filo, la ricerca proseguirà a Praga, misteriosa e magica capitale ceca, dove tante saranno le stranezze da affrontare in un clima del tutto incandescente.

Dopo il convincente esordio di due mesi fa, Batman: Europa conferma la bontà del progetto e non tradisce le aspettative riposte nella storia imbastita da Matteo Casali. Lo schema narrativo sembra ormai chiaro ed evidente: poche pagine che anticipano lo svolgimento della trama, una panoramica sulla città scenario dell’azione, in cui approfondire il tratto caratterizzante che lega la narrazione alla scelta della location, e poi il racconto che qui aggiunge nuovi tasselli a questo complicato puzzle, oltre a uno sviluppo dei personaggi interessante.

Batman - a causa del virus - sembra perdere ogni istante di più la sua proverbiale lucidità, freddezza e arguzia a netto vantaggio di un imbarbarimento, un uso smodato della violenza che lo porta a mettere a repentaglio la sua e altrui vita. Dall’altro lato il Joker mantiene un sangue freddo e una determinazione quasi insolita se pensiamo che vengono utilizzate anche per il bene del suo rivale. In uno strano gioco di ribaltamenti perdiamo i nostri consueti riferimenti (buono/cattivo) per addentrarci in un territorio nuovo e tutto da esplorare in cui sta nascendo una collaborazione.

Batman sa di non potersi fidare del suo avversario eppure la sua vita è nelle mani dell’uomo che fino a poco tempo prima lo voleva morto. Una dinamica interessante che rimarca un legame tra i due personaggi che già Alan Moore aveva voluto sottolineare nel suo The Killing Joke, ma che Casali prova a sviluppare in maniera intelligente, alternando a passaggi densi di azione momenti più introspettivi in cui scava a fondo nella psiche dei protagonisti.

Ancora una volta gli autori danno prova della loro bravura attraverso la scelta di questa insolita località e per i diversi e sottili richiami alla stessa. Dicevamo prima: Praga città misteriosa e magica, in cui leggenda e storia si intrecciano e danno vita a quelle stranezze che sono state uno dei principali occupazioni dell’Imperatore di Boemia, Rodolfo II. Ecco quindi che i nostri protagonisti si spostano presso il cimitero ebreo dove giace il grande cabalista, il rabbino Jehuda ben Bezalel, costruttore del Golem; osserviamo il Joker catturare un insetto e chiamarlo "Mister Kafka", citando il celebre scrittore praghese Franz Kafka, autore del romanzo La Metamorfosi, in cui Gregor Samsa si trasformava in un insetto gigante; ancora il Principe Pagliaccio del Crimine si lancia in una battuta tinta del suo celebre umorismo nero in cui richiama Jan Palach, patriota cecoslovacco e simbolo della resistenza anti-sovietica.

Insomma, pur partendo da uno spunto classico - una minaccia mortale - e adottando un linguaggio che non risulterà inedito ai lettori dell’Uomo Pipistrello - la ricerca del criminale di cui non conosciamo l’identità - Batman: Europa cattura per l'attento lavoro degli autori in fase di scrittura, in cui partendo da un elemento fondamentale del personaggio Batman (il suo rapporto con la città di Gotham) porta a esplorare nuove soluzioni che ampliano ulteriormente lo spettro emozionale dell'Uomo Pipistrello.

Gotham ha un suo ordine, una sua geometria che la rende conosciuta a chi da anni cerca di liberarla dal male. Berlino prima e ora Praga, invece, rappresentano la novità: qualcosa di sconosciuto che ci rimanda a una nuova dimensione in cui i riferimenti sono alterati, come lo è la nostra percezione durante una malattia. Se Berlino è il simbolo dell’unione della morte e della resurrezione, Praga è l‘ideale di un sogno, un sogno in cui provare a vivere un “socialismo dal volto umano”. E cosa stanno provando a fare Batman e il Joker? A coesistere, a creare qualcosa che solo pensarlo è una follia. Eppure sta diventando realtà.

In questo secondo capitolo, Giuseppe Camuncoli non si è occupato solo dei layout ma dell'aspetto visivo in toto, dando una prova superlativa al tavolo da disegno. Dinamico, esplosivo, espressivo: sono tutte caratteristiche che rendono le tavole di questo numero un vero piacere per gli occhi. Lo studio che Casali ripone in fase di scrittura è bilanciato dall’attento e profondo approccio alla città che Camuncoli esegue per rendere quanto più credibili le ambientazioni della storia. Sebbene Praga sia una città che non ha perso le sue diverse stratificazioni, portando alla coesistenza di stili e forme diverse, il disegnatore italiano preferisce conferire alla capitale un aspetto più freddo e algido, a tratti lugubre, sul quale poi inserire per contrasto tinte più calde e luminose. Il risultato finale è di assoluto valore e ci regala l’ennesima dimostrazione di bravura da parte di quest’artista che sta riscuotendo il meritato successo oltreoceano. L'edizione Uncut dell'albo rende disponibili i layout di Camuncoli che ci conducono dietro le quinte di questa incredibile avventura e la seconda parte della genesi della miniserie, raccontata da Casali.

In conclusione non possiamo non applaudire questo secondo capitolo di Batman: Europa, opera che riesce a tenersi ancora alla larga da quella grossa palude che è il già letto. Non ci resta che attendere i prossimi emozionanti capitoli che ci condurranno nella bella e seducente Parigi.

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