Batman: Europa, la recensione

Batman: Europa ha avuto una gestazione di oltre dieci anni: abbiamo recensito l'opera originale che Lion pubblicherà a maggio in Italia

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Batman Europa, opera in cantiere da oltre dieci anni considerando la data dell'annuncio, ha finalmente visto la luce negli States il 18 novembre 2015. L'ultimo dei quattro numeri in cui è articolata la miniserie è invece giunto sugli scaffali a stelle e strisce lo scorso 3 febbraio. Arriverà in Italia nel mese di maggio, quando la RW-Lion proporrà il titolo in edicola nel formato originale da 32 pagine, e in un'edizione speciale per le fumetterie chiamata Batman Europa Uncut, arricchita da materiale inedito e bozze preparatorie. Noi di BadComics.it non abbiamo resistito dopo tanta attesa e, nell'attesa di poterla rileggere in italiano, l'abbiamo recensita per voi.

L'impatto con il fumetto è subito d'impatto a livello visivo e il risultato globale è sontuoso, ve lo anticipiamo; ma procediamo per gradi, dalla trama: avviatasi in modo piuttosto anonimo, con un soggetto di primo acchito scontato e abusato, la storia di Matteo Casali e Brian Azzarello decolla nel secondo spillato, divenendo un crime intrigante e gotico nel terzo, per risolversi degnamente nel capitolo finale, con il giusto tocco di autorialità.

Il Cavaliere Oscuro deve abbandonare il suo regno, Gotham, per ragioni di sopravvivenza. Qualcuno gli ha introdotto nel sangue Colossus, un virus mortale che distruggerà il suo fisico in maniera lenta e inesorabile nel giro di una settimana. Le ricerche su chi e cosa possano aver provocato il contagio localizzano la causa nel nostro vecchio continente, in Germania; lì probabilmente, si trova anche l'antidoto.

Inizia un viaggio attraverso alcune delle più affascinanti capitali europee, una lotta contro il tempo e un'indagine serrata, sceneggiata con un netto taglio cinematografico da Casali e Azzarello, grazie anche al supporto di Giuseppe Camuncoli, responsabile della struttura e dei contenuti di base delle tavole di ciascun episodio, poi affidato di volta in volta a un disegnatore diverso.

Jim Lee ci accompagna nella tappa d'esordio, Berlino. Qui scopriamo che il Pipistrello non è l'unica vittima di questo gioco crudele: anche il suo peggior avversario, il Joker, ha subito la stessa sorte. I due nemici di sempre si trovano loro malgrado uniti e dalla stessa parte della barricata. Il tratto del maestro americano ha bisogno di pochi commenti; è potente, plastico, monumentale, qui in una versione insolita, più ruvida e naturale, senza l'uso di inchiostri. La scelta si sposa perfettamente con il completamento cromatico affidato ad Alex Sinclair, che opta per una tavolozza quasi pastello, dove le figure trasmettono un suggestivo chiarore, compreso il costume di Batman.

Camuncoli, oltre al layout, è responsabile delle matite e dei colori dell'avventura a Praga. Anche per il talento nostrano è difficile trovare nuovi aggettivi. In questo caso è interessante la preponderanza di tinte calde: gialli e rossi più o meno intensi, unite a un effetto patinato; non rinuncia come Lee agli inchiostri anche se ne fa un utilizzo misurato.

Il tripudio grafico esplode a Parigi con l'arte di Diego LaTorre. Il veleno ha ormai compromesso i sensi del protagonista che, ricordiamo, racconta la vicenda in prima persona. L'artista spagnolo ci offre un tour psicotico e psichedelico nei vicoli e nei sotterranei della superba città francese. Le immagini sono sfocate, ma vive e tremolanti catturano come lampi il delirio dovuto al malessere.

Tutte le strade portano a Roma e nell'Urbe, raffigurata da Gerald Parel, si chiude Batman Europa. Ogni vignetta è una performance pittorica: la tecnica richiama l'acquerello, dove ancora una volta i contorni sono appena accennati. L'autore francese si accosta alle tonalità e alle sfumature dell'albo di Lee, in sintonia con la circolarità narrativa dell'intreccio, sviluppato come un lungo flashback dopo sole tre pagine dall'inizio della saga. Il Joker è però più grottesco, lo gnomo malefico di una fiaba. L'azione e la concitazione della scena vengono esaltate da scioccanti primi piani, ficcanti inquadrature e dettagli strabuzzanti, durante lo scontro decisivo che può significare la fine per tutti i contendenti.

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