Batman: Il Cavaliere Oscuro 5, la recensione
Abbiamo recensito per voi il quinto numero di Batman: il Cavaliere Oscuro targato Rinascita
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo ben 800 chilometri percorsi superando molteplici avversari e difficoltà, il Cavaliere Oscuro e Harvey Dent giungono finalmente a destinazione. Per poter dichiarare conclusa la sfida, però, i due devono superare anche la stregua resistenza della Bestia, killer russo assoldato dal gruppo noto come I Bianchi e I Neri. Dietro questo nome si nascondono Oswald Cobblepot (il Pinguino), Warren White (il Grande Squalo Bianco) e Roman Sionis (Maschera Nera), disposti a tutto pur di mettere le mani sulle ricchezze delle tre più grandi famiglie criminali di Gotham.
Il lavoro di Romita Jr. alle matite, invece, mantiene un livello costante per tutta la durata dell'arco narrativo, senza far registrare eccessive battute d'arresto. In quest'ultimo capitolo, in particolare, il dinamismo e la potenza di alcune soluzioni sostengono gli attimi conclusivi. I colori di Dean White conferiscono grande profondità e ci regalano sequenze - come quella della cascata - vibranti e perfettamente allineate al tono generale della storia. Purtroppo, tutto ciò non basta e Il mio peggior nemico resta un tentativo riuscito solo a metà, un buon racconto che si perde sul traguardo.
Discorso analogo per Lontano da Burnside, storyarc scritto da Hope Larson per la serie Batgirl. Al fine di allontanarsi dallo stress del suo quartiere e dalla sua vita, Barbara Gordon aveva deciso di prendersi un periodo di vacanza. Ma i guai, a quanto pare, l'hanno seguita e, una volta giunta in Terra d’Oriente, ha dovuto indossare il suo costume da eroina per proteggere la sua ex fiamma Kai.
Purtroppo, sia la sceneggiatura che le tavole di Rafael Albuquerque subiscono un evidente inflessione che compromette il risultato finale, risolvendo in poche battute e con un espediente insulso un arco narrativo che prometteva una risoluzione di ben altro tenore. Aspettiamo di capire se, quantomeno, lo status quo di Batgirl subirà dei cambiamenti alla luce di quanto accaduto su queste pagine.
Aspettavo questo momento, invece, è il titolo del quarto capitolo di Chi è Oracolo?, pubblicato originariamente sulle pagine di Batgirl and the Birds of Prey. Un criminale misterioso si è impossessato della precedente identità di Barbara e sta rivendendo importanti informazioni a Fenice. Batgirl - insieme a Black Canary e la Cacciatrice - è sempre più vicina all’acciuffare questo nuovo Oracolo e a ritornare in possesso di un pezzo importante del suo passato.
Dopo averci regalato uno spaccato della formazione di Dinah Lance, questa volta Julie e Shawna Benson ci conducono attraverso le drammatiche origini della Cacciatrice. Un viaggio nella Sicilia del secolo scorso decisamente banale e già visto, che appesantisce oltremodo una serie che proprio grazie a un ritmo leggero, all’azione e a una trama diretta era finora riuscita a presentare qualche elemento di interessante.
Tocca al solo Roge Antonio occuparsi delle matite e il risultato non è dei migliori: troppo statiche le sue figure, anche nei (pochi) momenti dinamici dello scontro. Manca poco alla conclusione, e la speranza è che almeno il finale possa aiutare a mandare agli archivi uno ciclo di storie non del tutto superfluo.
Chiude uno spillato fin qui deludente Batman Beyond, serie scritta dal veterano Dan Jurgens e disegnata dall’efficace Bernard Chang. Siamo nel futuro, in un’epoca in cui Batman è morto; tocca a Terry McGinnis raccogliere la sua eredità per aiutare Neo-Gotham a difendersi dagli attacchi degli epigoni di Joker.
Questo gruppo si è impossessato di una parte della città ribattezzata Jokerz Town e, sotto la guida di Carter Wilson (alias Terminal), intende riportare in vita il Principe Pagliaccio del Crimine. Nell'episodio in oggetto, Terry si infiltra nella band per liberare la sua amica Dana Tan, tenuta prigioniera da Terminal.
Jurgens inserisce l'eroe in una situazione carica di suspense, un thriller tensivo che nel finale raggiunge un importante punto di svolta. Il tratto spigoloso e ruvido di Chang è supportato dai colori luminosi e vivaci di Marcelo Maiolo, cosa che contribuisce a creare un contrasto emotivo decisamente riuscito.
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