Batman: Cavaliere Bianco vol. 2, la recensione

Con Batman: Cavaliere Bianco, Sean Murphy si rivela un narratore intelligente oltre che un superbo artista

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Batman: White Knight #5, anteprima 01

Un Joker ripulito e sano di mente si è presentato alla comunità di Gotham per farsi perdonare gli errori del passato e aiutare i suoi concittadini a debellare un morbo che da anni si annida per le strade della metropoli: Batman. Dopo essere stato pestato selvaggiamente e costretto a inghiottire delle pillole, il Principe Pagliaccio del Crimine ha intrapreso una personale marcia per fermare il Cavaliere Oscuro, il quale, con modi estremi e senza considerare i possibili danni collaterali, ha messo a rischio fin troppe volte la vita del prossimo.

Nel leggere il primo volume di Batman: Cavaliere Bianco era prevalsa una sensazione straniante: vedere un Joker che si fa portavoce dei deboli, della maggioranza silenziosa della popolazione che per anni ha subito la prepotenza dell'Uomo Pipistrello, porta quasi a parteggiare per lui. Lucido, sicuro di sé e finalmente in pieno controllo della propria vita, il ritrovato Jack Napier sembra davvero in grado di porre fine alla carriera da vigilantes di Bruce Wayne. E per le giuste ragioni.

Batman: White Knight è una miniserie DC Comics in otto parti (raccolte in due brossurati da RW-Lion) ambientata in una realtà alternativa, nella quale Murphy mette in scena l’iconica battaglia tra i due acerrimi nemici legati da un rapporto ormai decennale, giocando con gli opposti e rovesciando qualunque convinzione. Se Bruce è ormai rimasto solo, braccato dai suoi stessi compagni di squadra e allo sbando, Jack risulta impeccabile in ogni situazione, elegante e radioso con i suoi modi affabili.

Le differenze tra i due emergono anche a livello artistico: mentre Batman viene ritratto perennemente corrucciato, scuro e ricurvo, il Napier di Murphy è raggiante, con spalle larghe e petto in fuori, una forma fisica pressoché inedita per il Principe Pagliaccio del Crimine. Il gioco delle parti è dunque centrale per comprendere la natura della vicenda, la quale non si limita a presentare una curiosa variazione sul tema ma scava a fondo nelle due icone.

"Con Batman: Cavaliere Bianco, Murphy raggiunge la sua piena maturazione come autore completo."L’autore di Punk Rock Jesus è abile nel giocare con le aspettative del pubblico, nascondendo le sue carte fino al momento opportuno, e a sfruttare le peculiarità di ognuno dei personaggi coinvolti - in particolare Harley Quinn, la dottoressa Quinzel, Dick Grayson, Batgirl e il commissario Gordon - tutti molto ben caratterizzati a livello psicologico. L'insieme viene poi reso oltremodo dinamico da una vena action che, soprattutto in questo secondo e ultimo volume, imprime una forte accelerazione al ritmo della storia.

È nella fase nella sua fase centrale che si raggiunge il punto più alto dell’intero progetto, con le mitologie di Batman - cinematografica, televisiva o fumettistica – che si fondono per creare sequenze adrenaliniche che rappresentano un sentito omaggio di Murphy al personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger. Ed ecco che personaggi amatissimi, storici villain e batmobili di ogni epoca vengono perfettamente immortalate dalle matite dell'artista.

Non vengono pubblicati molto spesso fumetti di super eroi così curati sia sotto l’aspetto narrativo che estetico. Con Batman: Cavaliere Bianco, Murphy raggiunge la sua piena maturazione come autore completo, il cui storytelling sfrutta appieno le tantissime potenzialità del medium Fumetto per raccontare una saga appassionante. Il risultato è la genesi di un universo narrativo affascinante come pochi altri nel Multiverso DC.

Intanto, The Curse of the White Knight è già qui.

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