Batman: Cavaliere Bianco vol. 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Batman: Cavaliere Bianco, di Murphy e Hollingsworth
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nell’intricato rapporto tra Batman e Joker abbiamo ormai imparato a riconoscere modus operandi ed equilibri codificati da centinaia di storie dove si scontravano senza che nessuno dei due riuscisse mai a prevalere definitivamente sull’altro. Sebbene operi al di sopra delle legge, il Crociato Incappucciato protegge Gotham e i suoi abitanti dalle folli macchinazioni di un pazzo omicida con l’avvallo della polizia, che tra i due mali ha scelto il minore, in quanto più accettabile e vicino all’idea di bene comune.
Dopo essere stato pestato brutalmente da Batman in diretta televisiva, Jack sfrutta l’indignazione pubblica e il favore dei media per intraprendere una campagna di moralizzazione contro l'avversario, divenuto repentinamente il male da debellare. Nel portare avanti un percorso di redenzione, l'ex Joker si riavvicina alla sua fiamma Harley Quinn, pronto a fare ammenda per i suoi errori e a tentare finalmente di vivere un amore “normale”. Chi potrà arrestare ora l’ascesa del Cavaliere Bianco, prossimo consigliere della giunta gothamita?
Come dichiarato in più occasioni dall'autore, Jack è stato modellato sulla figura di Don Draper, personaggio del serial televisivo Mad Men, e infatti sfoggia la stessa sicurezza e risolutezza. In questa nuova veste, il Joker dimostra un fascino dannatamente magnetico, lasciando trapelare una sensualità del tutto inedita che genera ripercussioni non da poco nella relazione con Harleen, centrale per lo sviluppo di questa fase.
Dall’altro lato abbiamo un Batman sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, braccato dalla polizia e da quell'opinione pubblica che per anni ha accettato – e giustificato – il suo operato fuorilegge. Anche se le critiche mosse al vigilantismo anarchico del Cavaliere Oscuro non sono originali – argomentazioni simili erano presenti anche nella non ispiratissima pellicola Batman v Superman: Dawn of Justice – in questo contesto vengono rivitalizzate dallo straniamento dovuto al ribaltamento dei ruoli e all'immersione in un contesto realistico e a dir poco ammaliante.
Se questa storia meraviglia grazie alla sua capacità di ribaltare caratterizzazioni convenzionali per ripresentarle in una chiave intrigante, la componente artistica rappresenta una solida certezza. Lo stile estremamente personale dell’artista americano riesce a rendere funzionali e a valorizzare tutti gli aspetti della costruzione della tavola: dal dinamismo degli inseguimenti per le strade di Gotham alla grande espressività dei primi piani, con cui cattura la tante sfaccettature emotive di un racconto inteso e giocato sulla recitazione dei personaggi. Il tratto graffiato, le colorazioni oscure di Matt Hollingsworth e la cura maniacale per il dettaglio rappresentano il marchio di fabbrica che rende unica quest’esperienza di lettura.
Il primo volume di Batman: Cavaliere Bianco è dunque promosso a pieni voti, e l'attesa per la conclusione di questa avvincente epopea non può che essere tanta.
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