Batman: Arkham VR, Gotham City come non l’avete mai vista - Recensione

Longevità scarsa, ma un grado di coinvolgimento impareggiabile: la recensione di Batman: Arkham VR

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Al primo avvio di Batman: Arkham VR, ci si sente come ad un passo dal Santo Graal, a pochi centimetri dall’assaporare l’esperienza videoludica totale, onnicomprensiva, faustiana. Soprattutto se si è al primo contatto con la realtà virtuale, bisogna concentrarsi per non restare con la bocca aperta mentre si contempla il menù principale, immerso com’è in una Gotham City che regala allo spettatore uno scorcio semplicemente stupefacente.

I palazzi, le luci al neon, persino il Bat-segnale acceso alle proprie spalle. Ci sono tutti gli ingredienti per immedesimarsi nel Cavaliere Oscuro, tanto che viene quasi naturale allargare le spalle e agitare le braccia con movimenti plastici, degni di un vigilante a caccia della sua preda.

[caption id="attachment_162102" align="aligncenter" width="600"]Batman Arkham VR screenshot Indossare letteralmente guanti e maschera di Batman risveglia in chiunque il desiderio fanciullesco di essere un supereroe. Batman Arkham VR vive anche di queste minuscole emozioni.[/caption]

La sensazione di onnipotenza dura poco. Avviata l’avventura ci si ritrova negli impotenti panni del giovane Bruce, paralizzato dal terrore, a pochi passi da quello che da lì a qualche secondo diventerà l’assassino dei suoi genitori. Martha frappone il suo corpo tra l’utente e Thomas, costringendolo a inclinare il corpo per seguire la drammatica colluttazione, per seguire con lo sguardo la parabola discendente delle perle che, colpendo il suolo, segnano la fine dell’infanzia del piccolo rampollo degli Wayne e la lenta nascita di Batman.

La scena non ha certamente l’efficacia registica di quella apprezzata nel Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder, eppure riesce nel suo compito, diventando una sorta di manifesto trionfale dei benefici e vantaggi dalla realtà virtuale. L’impatto emotivo è quasi destabilizzante, così come il desiderio di afferrare il volto beffardo di Joe Chill e di riempirlo di pugni.

"Muoversi, respirare e quasi toccare la bellissima Gotham City di Rocksteady, regala emozioni difficilmente descrivibili, che se esulano il piacere prettamente ludico che la produzione sa comunque regalare, certamente vanno a comporre un’avventura coinvolgente e appassionante."

La dissolvenza ci trascina nel maniero degli Wayne, nel corpo di un Bruce forgiato da anni e anni di allenamenti, perfettamente a suo agio nel ruolo di giustiziere della notte. Ci sono diversi indizi per collocare Arkham VR tra City e Arkham Knight, ma è evidente che l’interesse principale di Rocksteady non sia stato quello di aggiungere un ulteriore tassello alla sua saga, quanto quello di mostrare, a mo’ di demo, il probabile futuro delle avventure grafiche.

Si, perché il gioco, in fin dei conti, è proprio questo: un sample, uno sguardo fugace ai giochi che verranno, un assaggio delle esperienze che ci condurranno in mondi digitali affascinanti, credibili, vivi.

La principale e unica problematica di Batman Arkham VR è la sua durata contenutissima. Due ore sono più che sufficienti per raggiungere i titoli di coda, quattro se si ha voglia di riaffrontare il tutto, tentando al contempo di risolvere i puzzle di Nigma, utili per sbloccare stuzzicanti contenuti extra come le biografie dei personaggi o i modelli dei Bat-mezzi tutti da ammirare da ogni angolazione.

Il rammarico per una longevità così contenuta, aumenta a dismisura a mano a mano che si scopre un gameplay relativamente classico, ma ravvivato e rivoluzionato dal grado di interazione e immersione permesso da PlayStation VR in combo con la coppia di Move. Nonostante sia possibile godersi il titolo anche con il Dualshock 4, è estremamente più coinvolgente e immediato l’utilizzo dei vari gadget di Batman “afferrandoli” direttamente dalla Bat-cintura. Con il rampino si cambia location, i Batarang tornano utili per disfarsi dei nemici e per l’attivazione di particolari meccanismi, con lo scanner forense si analizzano scene del crimine, cadaveri e quant’altro in cerca di indizi.

[caption id="attachment_162105" align="aligncenter" width="600"]Batman Arkham VR screenshot Nel corso dell’indagine, Batman dovrà scoprire chi è riuscito a sconfiggere Nightwing. Grazie allo scanner forense dovrete ricostruire la lotta furiosa in cerca di indizi.[/caption]

Esattamente come si trattasse di un’avventura grafica di stampo classico, si procede di schermata in schermata, impossibilitati nel muovere l’avatar digitale, interagendo con gli oggetti e risolvendo i puzzle che vi separano dai titoli di coda. Non c’è un inventario e il più delle volte bisogna affidarsi ad uno dei tre gadget in dotazione per superare l’ostacolo.

Fatto salvo per un paio di enigmi, restare bloccati è praticamente impossibile, visto il livello di difficoltà generalmente basso, ulteriore segnale che l’interesse principale degli sviluppatori sia stato quello di offrire all’utenza un’esperienza, ancor prima che un videogioco.

Esperienza che, proprio a proposito, si affida con ogni beneficio del caso ad un motore grafico convincente. Nel pieno rispetto dell’art design classico della saga, i bellissimi modelli poligonali di alleati e nemici stupiscono grazie ad animazioni fluide. Nonostante l’aliasing sia particolarmente evidente in certe situazioni, soprattutto quando l’azione si svolge in ampi scenari, l’effetto 3D, in collaborazione con il notevole livello di dettaglio delle texture, riesce a far passare in secondo piano ogni sbavatura grafica. Anche il sonoro tridimensionale aiuta e non poco nell’immersione, riproponendo temi presi in prestito da altri episodi e le voci dei bravissimi doppiatori originali.

Muoversi, respirare e quasi toccare la bellissima Gotham City di Rocksteady, apprezzata (a distanza) in quattro capitoli regolari della serie, regala emozioni difficilmente descrivibili, che se esulano il piacere prettamente ludico che la produzione sa comunque regalare, certamente vanno a comporre un’avventura coinvolgente e appassionante.

Al di là di ogni considerazione possibile, ci si potrebbe limitare a ribadire che con il PlayStation VR si ha davvero la sensazione di essere Batman. Basterebbe questo per comprovare la bontà del lavoro svolto da Rocksteady. Tanto il Cavaliere Oscuro dei capitoli regolari è prima di tutto un picchiatore o un abilissimo ninja che sa agire nell’ombra, tanto in questo spin-off è a tutti gli effetti un detective dal fine intelletto e dotato capacità deduttive senza paragoni. Vedere in prima persona la bellissima Gotham City, respirare il puzzo dei quartieri più degradati e sentire il vento gelido che graffia il volto, appollaiati sulla cima di grattacielo, è un valore aggiunto possibile e veicolabile solo grazie al PlayStation VR.

[caption id="attachment_162103" align="aligncenter" width="600"]Batman Arkham VR screenshot Ruotando testa si controlla la traiettoria di lancio dei Batarang, ma la mira è in buona parte assistita.[/caption]

L’avventura ha il fiato corto e i motivi per completarla più di una seconda volta, a conti fatti, non ci sono, al di là del piacere di scoprirsi nuovamente estasiati, mentre si tenta di dare un’affettuosa pacca sulla spalla al prode Robin.

Per qualcuno ciò non giustificherà l’esborso dei venti euro richiesti per il download del gioco, vista la scarsa longevità e le meccaniche di gameplay ben lontane dal proporre qualcosa di realmente inedito. Per i fan di Batman, per chi ha già deciso di credere nella realtà virtuale è un (breve) viaggio praticamente obbligatorio.

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