Batman Alfa, la recensione

Batman Alfa presenta storie che pur rappresentando una lettura piacevole non rendono giustizia alla tradizione del personaggio

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Detective Comics #27, anteprima 01

La scorsa settimana ha avuto inizio una nuova era per Superman, Batman, Wonder Woman e tutti gli eroi della DC Comics: Panini Comics, infatti, ha acquisito i diritti della casa editrice di Burbank e adesso è pronta a condurci in un vasto e variegato universo narrativo.

Come successo 26 anni fa con il lancio di Marvel Italia, la Panini ha deciso di pubblicare cinque numeri zero – questa volta ribattezzati Alfa – che presentassero a chi non ha mai seguito le icone DC le peculiarità dei singoli personaggi. Oltre alla Trinità sopracitata, anche Flash e Lanterna Verde sono oggetto di quest’operazione, resa ancora più interessante dalle cinque copertine inedite realizzate da artisti italiani di fama italiana.

Come già dovreste sapere, ogni albo contiene tre storie, pubblicate originariamente in epoche diverse: oltre all’origine del protagonista in versione Silver Age, troveremo una storia più moderna (inedita o rara) e una terza che ne definisce lo spirito. Se con lo spillato dedicato a Clark Kent abbiamo evidenziato la riuscita dell’operazione, con quello incentrato sulla figura dell’Uomo Pipistrello l’obiettivo viene mancato.

L’apertura è affidata alla prima apparizione del personaggio sulle pagine di Detective Comics #27 del marzo 1939 e al numero #1 della serie regolare Batman, uscito l’anno successivo. La storia contiene tutti gli elementi peculiari di Bruce Wayne: il delitto dei genitori a seguito di una rapina, la voglia di giustizia alimentata dalla vendetta, la scelta del simbolo che incuta timore e il suo metodo di indagine scientifico che ne fa il miglior detective al mondo.

"Siamo certi che un personaggio del peso specifico di Batman avrebbe meritato un trattamento diverso"Si tratta di pagine che ormai conosciamo benissimo e che abbiamo visto trasposte sia in altri medium, sia in altre opere a fumetti dedicate al Cavaliere Oscuro; nonostante gli anni, si tratta di pagine che ci scaldano ancora il cuore con il loro modo di raccontare un mito intramontabile. Le altre due storie proiettano nel Terzo Millennio quanto creato da Bob Kane: Motivazioni, di Ed Brubaker e Scott McDaniel, vede Batman riflettere sul perché della sua scelta di rischiare la vita quotidianamente per fare del bene; La bella gente, scritta da Paul Dini per i disegni di J.H. Williams III, è tratta da Detective Comics e porta in scena il più classico dei casi che il Crociato Incappucciato risolve sfruttando le sue proverbiali abilità.

Pur presentando i tratti principali di Batman, questi due racconti sono letture sicuramente valide, esplicative di un modus operandi e vivendi di Bruce Wayne ma fin troppo canoniche e poco incisive. Indubbiamente, l’arte di McDaniel e il realismo di Williams III sono due aspetti che rendono piacevole l’esperienza di lettura ma, in generale, non riescono a risollevare le sorti di uno spillato che difficilmente crea interesse in un avventore.

Pur consapevoli delle difficoltà di selezionare pochi racconti, siamo certi che un personaggio del peso specifico di Batman avrebbe meritato un trattamento diverso. In fondo, non mancano cicli di storie che avrebbero reso giustizia al travagliato percorso interiore di una delle figure più amate del comicdom.

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