Batgirl vol. 12, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo ciclo di storie della nuova Batgirl firmata da Cameron Stewart, Brenden Fletcher e Babs Tarr

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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A differenza dei supereroi nati durante la Golden Age del fumetto, quelli concepiti dalla nascente Marvel Comics riuscirono a conquistare i favori di pubblico e critica grazie alla loro capacità di accorciare le distanze tra il lettore e il protagonista della storia: lo stupefacente Uomo Ragno era, in abiti civili, il bersaglio dei bulli del suo liceo, l’Uomo senza Paura era un avvocato non vedente, per non parlare di Capitan America, simbolo della nazione che aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale, ma anche uomo fuori dal tempo alienato da una società trasformata rispetto a quella che conosceva. La capacità di creare un’immediata empatia con i personaggi ha permesso ai cosiddetti supereroi con super-problemi di imporsi sulla Distinta Concorrenza e ritagliarsi un posto speciale nel cuore degli aficionados.

La DC Comics ha in seguito appreso la lezione e nel corso dei decenni ha saputo plasmare personaggi in grado di ripresentare questa formula vincente senza tradire i propri canoni, portando alcune testate a livelli di tutto rispetto. Tra le più recenti vi è sicuramente Batgirl, collana rivoluzionata dagli sceneggiatori Cameron Stewart e Brenden Fletcher, tanto che l'operazione potrebbe essere confusa con un nuovo reboot del personaggio. In realtà questo termine è quanto mai improprio: grazie a un semplice espediente narrativo, infatti, assistiamo a un radicale cambiamento dello status quo di Barbara Gordon che, in realtà, non rinnega quanto precedentemente pubblicato (in riferimento alla precedente run di Gail Simone) e va a inserirsi alla perfezione nella continuity dell'eroina.

In maniera quasi banale ma efficace Stewart e Fletcher fanno trasferire Barbara dall’altro lato del ponte di Gotham, nel quartiere Burnside, alla moda e frequentato da studenti universitari. Qui andrà ad abitare in un nuovo appartamento con una coinquilina, Frankie, e inizierà a frequentare il Burnside College. Soprattutto sarà costretta a ricreare tutto il suo arsenale, costume compreso, a seguito di un incidente che coinvolgerà anche Black Canary, Dinah Lance, reintegrata così all’interno della serie. Barbara affronterà nuovi nemici, da Riot Black alle gemelle Yuki e Yuri Katsura, passando per Dagger Type e Jordan Barbieri. Il cast di comprimari si arricchisce di nuove figure come quella di Qadir, esperto di informatica e tecnologia, che aiuterà Batgirl nella sua crociata.

La lettura scorre veloce e frizzante, immersa in un contesto attuale fatto di social network, lezioni accademiche, dottorati da portare avanti, drag-queen, e molto altro ancora. Le pagine di questo primo volume sono ricche di azione e continui colpi di scena che mantengono sempre alta la tensione e l’attenzione del lettore. Ma la trama imbastita da Stewart e Fletcher non si limita a questi elementi, riuscendo ad aggiungere interessanti approfondimenti psicologici sul personaggio, partendo proprio da un'acuta riflessione sull’ossessione dilagante dell’apparire e dell'ottenere la fama. Barbara, inoltre, dovrà affrontare le difficoltà della crescita, cercare di integrarsi in un contesto decisamente più frivolo e spesso leggero rispetto a quello a cui era abituata.

Torna prepotente un tema molto diffuso nell’ultimo periodo circa la figura dei vigilanti in maschera, il ruolo dei supereroi e il loro ergersi sovente al di là della legge; la diatriba nascerà proprio con l’agente Powell, con il quale Barbara sta cercando di creare un rapporto sentimentale stabile. Insomma, se pensavate di trovarvi di fronte all’ennesima opera frivola e scanzonata, vi sbagliate di grosso. Dietro una maschera di glitter e vestiti alla moda si nasconde un’opera matura e profonda che non svilisce la storia del personaggio, un processo di maturazione che, attraverso questo nuovo corso, ci offre un nuovo modo di leggere fumetti supereroistici.

Il processo di ringiovanimento di Barbara Gordon sarebbe vano se non supportato dall’ottimo lavoro alle matite di Babs Tarr, che, come un abile chirurgo, conferisce una luminosità e un aspetto più giovanile al personaggio, quasi fosse una liceale. Il tratto cartoonesco della disegnatrice ben si adatta a questo tipo di narrazione, accompagnando lo storytelling libero da ogni griglia fissa: la tavola cambia a ogni pagina, si trasforma, lascia che didascalie e onomatopee integrino immagini e vignette che alternano primi piani a splash-page in un vortice dinamico e funzionale agli sviluppi del ritmo della storia.

All’interno del rilancio della DC Comics DC You la serie di Batgirl continua il suo corso editoriale sull’antologico mensile Freccia Verde, in compagnia dell'arciere titolare della testata e di Black Canary. Le storie mantengono lo stesso mood di questo primo ciclo di storie e presentano nuovi interessanti incontri (sapete già chi si cela dietro l’armatura del nuovo Batman, vero?). In conclusione Batgirl è una lettura fortemente consigliata che apporta nuova linfa all’universo dei comics. C’è un modo innovativo di scrivere supereroi restando fedeli alla tradizione: Stewart, Fletcher e Tarr hanno fatto centro, alla grande.

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