Bastardi a mano armata, la recensione

La nostra recensione di Bastardi a mano armata, film scritto da Luca Poldelmengo e diretto da Gabriele Albanesi

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Desiderio di vendetta? Check. Occhi da pazzo da cattivo arrabbiato? Ci sono. Voglia di fare del pulp come si faceva nei Settanta? Sì dai, diciamo di sì. Conoscenza dello stile, delle tecniche, o qualsivoglia capacità di mettere su un film d’azione che regga più di un’ora? Eh, manca. Dai, allora magari facciamo che c’è una trama chiara e semplice, per quanto banale? No, non c’è nemmeno quella. Ok, forse Bastardi a mano armata ha davvero dei problemi molto seri.

Scritto da Luca Poldelmengo e diretto da Gabriele Albanesi, Bastardi a mano armata parte effettivamente come partirebbe un dignitoso poliziottesco con Charles Bronson, tra una sparatoria in cui perde la vita una bella ragazza innocente, una polverosa prigione algerina dove si fa a cazzotti e un bad guy che passa una bustarella al nostro protagonista imprigionato (no, non sapremo mai perché era lì, ma la location faceva molto esotico), ovviamente imbruttito dalla morte di una persona cara, con il nome della figlia tatuato sul braccio. Potrebbe essere un film di Fernando Di Leo. Poi la magia svanisce, si arriva in una mega villa in Italia, noiosa ed asettica, e seguiamo già svogliatamente Sergio (Marco Bocci) che con il suo cellulare di fascia bassa fa delle foto pazzesche al buio e le invia al suo committente. Sergio non si fa alcuna domanda e quando il capo gli dice di prendere in ostaggio la famigliola che abita la villa per farsi dare i documenti (quali documenti non lo sa neanche lui), Sergio non se lo fa dire due volte. Da questo punto in poi il resto si sussegue tra banalità e assurdità una dopo l’altra, tutto all’interno della villa, fino ad arrivare a uno spiegone che dura tutta l’altra metà del film e che confonde ancora di più le idee.

Il vero problema di Bastardi a mano armata, come del resto di molto cinema italiano che prova a essere graffiante ma non ci riesce, è principalmente il fatto che si prende estremamente sul serio, in modo quasi autocompiaciuto. In primis, il film si vota all’esagerazione senza alcuna cognizione di causa, attraverso un’esacalation di rivelazioni dette a denti stretti che vorrebbero essere dei plot-twist ma che creano solo confusione sulle motivazioni dei personaggi e sull’intreccio stesso (e che fanno un po’ rabbrividire anche per il modo in cui sono recitate, Marco Bocci e Amanda Campana a parte). In seconda battuta il film manca costantemente anche nella tecnica, con una regia confusa ed evidentemente timorosa di correre dei rischi che si mantiene in un limbo disastroso, rendendo così involontariamente comiche le parti drammatiche e assolutamente piatto tutto il resto.

Il tutto non è certamente aiutato dalla recitazione che sembra sempre finta, sopra le righe, per cui o gli attori farfugliano senza che si capisca cosa dicano, o dicono tutte le battute senza prendere fiato. Ma certamente non sono aiutati dalle battute, che si susseguono a suon di banalità e cliché una dopo l’altra. Bastardi a mano armata è sostanzialmente un film ingenuo, privo di carattere, che non nutre amore alcuno per le cose che sta raccontando, in cui sembra che la prima idea accettabile che hanno avuto per qualsiasi scena sia quella che è stata poi scritta, girata, montata. Sì, abbiamo detto che rivogliamo i generi in Italia: ma no, non intendevamo questo.

Cosa ne dite della nostra recensione? Scrivetelo nei commenti dopo aver visto il film!

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