Basquiat – About life, la recensione
Abbiamo recensito per voi Basquiat – About life, opera di Fabrizio Liuzzi e Gabriele Benefico
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il ricco e variegato catalogo di NPE si impreziosisce di una nuova biografia a fumetti, inserita nella collana Nuvole in tempesta: il 14 marzo scorso la casa editrice campana ha pubblicato Basquiat – About life, dedicata a uno degli esponenti più importanti del graffitismo americano.
Fabrizio Liuzzi e Gabriele Benefico, coetanei e concittadini, entrambi di Taranto, ricostruiscono la breve vita del genio newyorchese, figlio di un haitiano di Port-au-Prince e di una statunitense di origini portoricane: l'unione tra esponenti di etnie e culture diverse, tante volte, come in questo caso, è fecondo di talenti preziosi e irripetibili.
La narrazione non segue una logica e una successione temporale, è piuttosto un tragitto onirico le cui tappe sono frutto di associazioni mentali e soprattutto di suggestioni, che gli effetti della droga amplificano dando voce e corpo ai personaggi mostruosi che popolano i suoi dipinti.
Il soggetto di Liuzzi traccia le tappe essenziali dell'ascesa e della caduta di Basquiat, i successi, i fallimenti di una carriera e di una esistenza fatta di eccessi, nel bene e nel male. Il suo amore per l'Arte viene alimentato dalla madre che lo accompagna da piccolo nei musei più importanti della città natale e che gli regala il testo di anatomia Gray's Anatomy, di Henry Gray; il libro lo influenzerà molto nello sviluppo delle sue opere, e il gruppo musicale da lui fondato insieme a Vincent Gallo e ad altri amici si chiamerà proprio Gray.
Sono essenzialmente due i periodi più critici e cruciali della vicenda di Basquiat, evidenziati con efficacia da questo fumetto. Il primo è l'abbandono dell'anonimato, incarnato da SAMO, ovvero “Same Old Shit” - progetto ribelle contro l'ipocrisia e il conformismo della società materialista – in favore del fama. È un passaggio lacerante e mai completamente superato, che vede il protagonista trasformarsi da feroce oppositore del sistema in un componente del suo establishment.
Il secondo è il fortunato e fatidico incontro con il suo mentore, Andy Warhol, a cui sarà sempre legato da un rapporto di affetto, di riconoscenza e nello stesso tempo di sudditanza. L’inaspettata dipartita del re della pop art, avvenuta il 22 febbraio del 1987, è il colpo di grazia alla già fragile psiche del giovane artista.
Basquiat – About life è in sintesi un tributo sontuoso a uno dei protagonisti degli anni Ottanta, decennio celebrato anche dai brani dei testi di canzoni in voga allora. L'uso della tricromia di bianco rosso e nero esalta la dimensione surreale del racconto, costruito su fatti realmente accaduti, mentre il tratto graffiante e raffinato, estremamente espressivo di Benefico, funzionale a una regia d'impatto, si concretizza in tavole di grande bellezza e forza emotiva.