Banshee 4x03 "Job": la recensione

Come intuibile dal titolo dell'episodio, questa settimana Banshee ci racconta cosa è accaduto a Job

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Spoiler Alert
Ormai è difficile, se non impossibile, vedere Banshee con i soliti occhi. Sappiamo che è l'ultima stagione, sappiamo che ogni episodio ci avvicina ad un finale che arriva a gran velocità, sappiamo che ogni deviazione può essere l'ultima per i personaggi. E nonostante tutto è difficile scagionare la serie dalle sue mancanze di scrittura, anche se queste fanno ora meno male che in passato. Job è un episodio scorrevole, con un gran ritmo, alcune belle sequenze, e non si può certo dire che non mandi avanti la trama. Il problema allora sono alcune scorciatoie che ci allontanano dal coinvolgimento più genuino e ci riportano a considerazioni sulle necessità di una serie che sa di essere arrivata al capolinea.

Ad esempio, tutta la storia del salvataggio di Job. Venti mesi a darlo per morto con facilità e a girare a vuoto travolti dal senso di colpa, e poi bastano poche mosse azzeccate per rintracciarlo e liberarlo. Soprassediamo su alcuni momenti di scrittura non proprio perfetti, come il fatto che Hood e gli altri permettano al loro obiettivo, e tramite con i rapitori, di fuggire invece di coglierlo di sorpresa. Banshee non deve giustificarsi per questi momenti, soprattutto perché ci ripaga con un buon inseguimento, per quanto poco verosimile sia la situazione. Però è difficile non rileggere tutta la vicenda di Job – e poco risolve il fatto che sia lo stesso personaggio a lamentarsi di essere stato abbandonato – come un ripensamento e una riscrittura di una sottotrama che probabilmente si sarebbe voluto sviluppare in altri modi e con un respiro più ampio.

Così è, e se la serie intanto continua a indugiare sul conflitto, l'unico veramente inedito introdotto nella quarta stagione, tra Bunker e suo fratello, la stessa idea di un Proctor sindaco impegnato a dare accoglienza ad una ragazza sbandata in una sorta di rimpiazzo di Rebecca sà troppo di riempitivo in attesa dello scontro finale. Intanto un velo oscuro sul vero motore della narrazione e centro nevralgico di tutti i rapporti quest'anno: la morte di Rebecca. Che scopriamo fosse anche incinta al momento dell'omicidio. Rallentano i flashback sul passato di Hood e della ragazza, mentre ancora non sappiamo chi sia il misterioso serial killer.

Job andava reinserito nel gruppo, e bisognava chiudere tutte le porte con l'esterno spinti dalla necessità – l'ennesima – di rendere la cittadina di Banshee un nucleo ben definito in cui rinchiudere tutti i personaggi. Gioie e dolori di una serie che ha sempre trovato in altre caratteristiche i suoi punti di forza.

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