Banshee 4x01 "Something Out of the Bible": la recensione

Inizia l'ultima stagione di Banshee: la serie di Cinemax ritorna spiazzandoci con alcune scelte

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Spoiler Alert
Ritorna Banshee, e di colpo tutti i piccoli, sparsi difetti che avevamo notato nella terza stagione non sembrano più così importanti. Perché lo show di Cinemax è stato per tre anni la serie che abbiamo amato scoprire e seguire in un panorama televisivo nel quale è sempre rimasta un prodotto di nicchia (e considerato il generoso abbondare di sangue, bastonate e corpi femminili pare quasi un controsenso). Perché Banshee non solo ritorna, ma lo fa con la sua quarta e ultima stagione, di poco più breve rispetto alle precedenti – otto episodi invece di dieci – e non vale la pena soffermarsi su quanto la serie avrebbe potuto essere più riuscita rispetto a quanto già non è. Something Out of the Bible è un ritorno atipico, che ci spiazza a più livelli, che costruisce i legami per la stagione finale.

Avevamo lasciato Hood e Ana sconvolti dopo il rapimento di Job. Li ritroviamo distanti dopo un salto temporale di un anno e mezzo, che ha visto il protagonista vagare senza meta dopo essersi convinto della morte del suo amico e dell'inutilità di una missione di soccorso. Torna nella pericolosa cittadina con capelloni e barba d'ordinanza, e scopre – noi insieme a lui – che molte cose sono cambiate dalla sua partenza. Come nel lontano pilot, Hood giunge in una cittadina che per certi versi stenta a riconoscere e che, da parte sua, non lo accoglie certo a braccia aperte. La morte di Rebecca, il pericolo dei neonazisti, Proctor sindaco sono i simboli principali di un paese che è andato avanti, indubbiamente verso un sentiero peggiore, in mancanza del suo migliore cane da guardia.

Tutto l'episodio gioca costantemente tra attesa e realtà, slittando tra presente e flashback, raccontandoci prima le conseguenze e poi le motivazioni. Il quadro alla fine sarà più chiaro, ma certamente incompleto, ed è forte la sensazione che l'idea di trovarsi di fronte alla gestione di un'ultima stagione, e con meno episodi, abbia costretto a certe scelte drastiche. Dalton, per dirne una, velocemente liquidato in un flashback, quando invece sembrava che la sua presenza dovesse essere più importante. La stessa morte di Rebecca – della quale ci dispiace tanto – non meritava di essere buttata lì quasi per caso, anche se sicuramente la serie tornerà sulle circostanze della sua uccisione.

E se la storyline di Bunker, che ha una relazione con la moglie del fratello, non ci entusiasma più di tanto, alcuni momenti, come l'incontro tra Hood e Sugar, li riscattano in pieno e ci parlano di una serie che, al quarto anno, può contare anche su un bagaglio di relazioni importanti e personaggi ben definiti.

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