Banshee 3x10 "We All Pay Eventually" (season finale): la recensione
Arriviamo alla fine della terza stagione di Banshee: ecco cosa è accaduto
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Partiamo dalla conclusione e, arrampicandoci sul mucchio di cadaveri accumulati, scorgiamo – con una certa positiva sorpresa in effetti – la fine di almeno due storyline. La tensione accumulata e lasciata sfogare solo in parte nel confronto con il colonnello Stowe si ripresenta prepotente nell'assalto disperato di Hood a Camp Genoa. In questo tentativo di salvare i suoi compagni lo aiuta anche Gordon. Senza parole, senza chiarimenti, senza domande. Solo imbracciando dell'artiglieria pesante e accompagnando lo sceriffo verso la sua ultima missione. Tutto questo si ricollega, in quello che – senza nulla togliere all'ottima azione – rimane il miglior momento dell'episodio, con la preparazione di Proctor e soci allo scontro con Frazier.
E che si porta via pezzi importanti di trama, cadaveri buttati nel mucchio e pronti ad essere sostituiti da carne fresca. E con una certa sorpresa. Ad un certo punto dell'episodio diventerà evidente, ma a priori era davvero difficile prevedere che sia Stowe che Frazier sarebbero morti nel corso della puntata. Proctor, dopo la breve parentesi in cui aveva riconsiderato la propria vita, spinto dalla morte della madre, è tornato peggiore di prima. Con lui la sempre più spietata Rebecca, il meraviglioso Burton e il nuovo Morales con spada tagliente al seguito. Per Hood dall'altra parte c'è spazio per un ultimo, fugace ripensamento all'addio a Siobhan, e nel momento più concitato dell'azione, ma è Gordon, che durante l'episodio pronuncia pochissime parole, a prendersi l'ultima luce sotto i riflettori. Un personaggio che dalla sua prima apparizione è stato di tutto e di più, e che esce di scena nel modo più nobile.
È stata una grande stagione di Banshee. Più forte all'inizio e in conclusione, calante nella fase centrale. La storia di Camp Genoa è stata gestita con i giusti ritmi e le giuste svolte, mentre la vicenda di Chayton si è allungata più del dovuto, tra situazioni troppo prevedibili e personaggi non sempre coerenti con la loro caratterizzazione. Grandiosa l'evoluzione di Proctor, ma in generale la sensazione, anche per maggiore familiarità con i personaggi, è di una più grande profondità nell'intreccio. Dietro la sua maschera di azione inverosimile, sangue, pallottole e sesso, Banshee rimane una serie ambiziosa e creativa. Tecnicamente siamo a livelli eccezionali, verrebbe da dire cinematografici se questo aggettivo applicato a questa serie non rischiasse di essere insufficiente.