Banshee 2x08 "Evil for Evil": la recensione
Banshee si avvicina al finale di stagione con un episodio incentrato su Emmett
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Per una volta che Hood decide di giocare, più o meno, secondo la legge, suscitando anche una certa sorpresa in Brock, ci pensa Emmett a superare tutte le regole che l'uniforme, tra le altre cose, gli imporrebbe, per massacrare i nazisti che hanno assalito sua moglie. Evil for Evil è il titolo dell'ottavo episodio di Banshee e, non fosse altro che per il discorso finale in cui Emmett confida tutto il proprio dolore e la propria frustrazione a Hood, in cui ammette di aver sempre cercato di vivere la vita secondo la morale cristiana e di aver fallito in quest'occasione, è un titolo che probabilmente richiama la citazione qui sopra. Solo che qui la negazione non esiste, anzi è lo stesso titolo della puntata a illustrarci, in modo molto semplice, l'unico modo in cui a Banshee si può sperare di ottenere giustizia.
Quindi male per male, che suona tanto come occhio per occhio. E, allargando gli eventi della puntata anche alle altre storyline, anche Hood che continua a picchiare forte, stavolta non con i pugni, sugli affari e le attività di Proctor, fino a riuscire ad arrestarlo per possesso illegale di armi, si muove lungo un cammino di vendetta, anche se più pulito. Allo stato attuale, è difficile pensare che lo scontro di fine stagione non sarà tra loro due. Con buona pace di Rabbit o di Alex o di Chayton. Intanto si allenta la tensione tra Carrie e la sua famiglia, con Gordon che, dopo essere stato dall'altra parte della barricata, e probabilmente a causa dei profondi sensi di colpa per aver abbandonato la famiglia in un momento di bisogno, riapre uno spiraglio per il ritorno a casa della moglie.