Banshee 2x03 "The Warrior Class": la recensione

Terzo episodio molto importante per Banshee, che lancia le basi per le trame della seconda stagione

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The Warrior Class era un episodio fondamentale per Banshee. Si trattava del primo a non essere scritto da Jonathan Tropper e David Schickler, ma soprattutto di quello incaricato, dopo il riavvio delle prime due settimane, di rimettere in carreggiata la trama orizzontale per la seconda stagione. E bisogna dire che Evan Dunsky ha fatto un ottimo lavoro: non soltanto la puntata ha azione e ritmo, ma riesce anche a incastrare bene eventi e nuovi personaggi, svolte che ci incuriosiscono e nuove interazioni tra i personaggi. Praticamente tutto ciò che si potrebbe chiedere ad un episodio del genere, ovviamente arricchito dal solito trattamento Banshee, che significa sangue, sesso, simpatiche scazzottate, colossi ipercaratterizzati pronti a entrare nella mischia.

E c'è dell'altro. Nella prima stagione, ma anche fino alla scorsa settimana, Banshee poneva al centro della propria struttura narrativa un paio di linee orizzontali che si tendevano verso il finale, che erano rette da tensioni di volta in volta esasperate. Quelle tra Hood e Proctor o tra lo stesso Hood e Mr. Rabbit. Il resto era in gran parte trattato in modo episodico, con la solita emergenza (rapina, rapimento, quello che sia) risolta nell'arco della puntata. Con The Warrior Class questo sistema si interrompe ed entriamo in una nuova fase. Tutto ha inizio con l'uccisione di un'indiana, coinvolta in una relazione con il fratello minore di Rebecca.

Le tensioni, stavolta esterne al personaggio di Hood, tra indiani e amish iniziano a crescere, e solo l'intervento di Proctor e del suo braccio destro evitano un massacro. L'indagine continua e continua finché, improvvisamente, ci troviamo di fronte ai titoli di coda (ricordatevi di guardarli fino alla fine, perché la serie regala sempre una bella scena dopo). La soluzione non è stata trovata, l'assassino è ancora in libertà, qualcuno nei boschi si aggira lanciando agguati, la questione tra gli indiani e gli amish non è stata affatto risolta.
Mr. Rabbit è vivo, ma era impensabile rigiocarselo a sole tre puntate dallo scontro finale, e per giunta con Ana ancora dietro le sbarre.

Mentre aspettiamo di veder montare ancora la tensione, Banshee allarga quindi le maglie del suo scontro, trascinando nella rete i maggiori gruppi organizzati della cittadina, non più semplici ostacoli occasionali per il protagonista Hood, ma veri coprotagonisti di questa narrazione che cresce di puntata in puntata. Ottima l'introduzione del personaggio di Chayton, l'indiano grosso quanto un armadio che utilizza la faccia come sfondo per i tatuaggi e si taglia lo stomaco per fare scena ci mancava (come avevamo fatto fino ad ora senza?). Intanto l'apparizione, per certi versi gestita in modo inaspettato, del figlio del vero sceriffo Hood, quello rimpiazzato da Lucas nel primo episodio, apre scenari difficili da decifrare.

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