Banshee 2x01 "Little Fish"/2x02 "The Thunder Man": la recensione

Ritorna Banshee, adrenalinico e godibilissimo, con due episodi carichi di violenza e azione

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Ritorna Banshee, la serie action-pulp di Cinemax che fonde violenza e sesso in parti eguali con una sonora dose di tamarraggine e un sorriso che non ti giudica mai. Perché fin dalla prima, sorprendente stagione, la serie prodotta da Alan Ball, ideatore di True Blood, si è sempre molto onestamente rivolta allo stomaco dei suoi spettatori, piuttosto che alla testa, unendo una scrittura stringata e d'impatto ad una tecnica valida e curata. Risultato è stato un minestrone di morte e sangue, godibilissimo e piacevole da seguire. La scrittura dei primi due episodi della seconda stagione china il capo quasi con dispiacere al finale dell'anno scorso, trovandosi inevitabilmente a riallacciare i fili con il climax e ad affrontarne le conseguenze sui personaggi. Ma la ripartenza è dietro l'angolo.

Dopo il massacro dello scorso anno il nucleo di Banshee, cittadina della Pennsylvania fuori dal mondo e dalle sue leggi, sembra mantenersi intatto e fedele all'anarchia formalizzata che lo guida. Eppure Lucas Hood, Carrie Hopewell e gli altri dovranno in qualche modo affrontarne le conseguenze, incarnate dal nuovo personaggio dell'agente Racine (Zeljko Ivanek), affetto da un male incurabile, fumatore incallito, non tanto intenzionato a contestare i protagonisti quanto a perseguire una vendetta personale contro il boss ucraino Mr. Rabbit. Sì, perché come già sapevamo uno dei due "villain" – se così possono essere definiti, non esistendo affatto in questo mondo la contrapposizione tra buoni e cattivi – è sopravvissuto.

Ecco quindi che il maggior impatto sulla trama è quello che coinvolge Carrie, costretta a trascorrere un mese in un penitenziario. È una buona e intelligente soluzione, che congela la situazione del personaggio e del rapporto con la propria ex (?) famiglia, per non parlare ovviamente della sua strana relazione con Hood, facendo a pezzi le possibili fughe narrative in avanti e fermando, quantomeno per un mese, la sua storyline senza però privarsi di un po' di sana violenza (che puntuale arriverà nel secondo episodio). Rimane ancora sospeso il potenziale incesto tra Proctor e la nipote Rebecca, che ormai ha abbandonato la vita da Amish, mentre le maggiori tensioni sembrano provenire dalla riserva indiana, che soffre di malumori interni relativi alla gestione del potere ed esterni circa un certo risentimento che lega il giovane Alex allo stesso Proctor.

D'altra parte la sceneggiatura di Tropper e Schickler vive come sempre della perfetta sovrapposizione tra l'anima più intima e quella più superficiale dello show. Banshee è soprattutto adrenalina e sana tamarraggine, e le stesse tensioni emotive vibrano nel modo in cui si riflettono sulle azioni dei protagonisti, e tanto più violente e irreali saranno queste, tanto più forte sarà il contraccolpo sulla caratterizzazione del personaggio. Esplicate quindi tutte le formalità circa il riallacciamento con la passata stagione, ecco quindi una delirante rapina con assalto in macchina a tutta velocità, retromarcia e fucili spianati, oppure un carico di bestiame che viene fatto saltare in aria, o infine un'irruzione nella riserva scandita da una progressione di scontri sempre più difficili (classico shonen giapponese o videogioco, scegliete il punto di riferimento che più vi aggrada), fino al confronto (più o meno) con il boss finale.

Molte le pedine sulla scacchiera, e la maggior parte di queste sono regine che gravitano inesorabilmente intorno alla figura di Hood, che come da copione se le porterà tutte a letto. Più corposi, in tutti i sensi, i ruoli di Nola Longshadow e del vicesceriffo Siobhan Kelly. Immancabili e sempre più accentuati i montaggi alternati, di volta in volta materia per l'aumento esponenziale del senso di violenza, per una maggiore comprensione del personaggio, per il semplice gusto dello straniamento nel constatare come, ancora una volta, il legame tra violenza e sesso in questa serie sia fortissimo (come nella prima scena di The Thunder Man).

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