Bad Moms, la recensione

Commedia interpretata da donne che in realtà è ricalcata sul mondo comico maschile, Bad Moms è divertente, ma molto lontano dall'idea di commedia femminile

Critico e giornalista cinematografico


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Non è un caso se Bad Moms sembra una commedia maschile con protagonisti femminili, a scriverla e dirigerla ci sono Jon Lucas e Scott Moore, già sceneggiatori della punta massima della commedia virile dei nostri anni: Una Notte da Leoni.
Nella crescente esigenza del cinema americano di aprirsi all'altra metà del pubblico in maniere diverse, raccontando differenti tipi di donne e altri mondi, questo è però forse il tentativo meno fantasioso e concreto. Con Le Sorelle Perfette Scott Moore aveva centrato molto di più l’obiettivo di una commedia femminile meno educata e imbrigliata, più onesta e devastante, pensata intorno a problemi, sentimenti e assurdità del mondo femminile, con tale pregnanza da essere godibilissima anche da quello maschile. Il cambio alla scrittura e il passaggio da Paula Pell allo stesso Moore e Lucas invece segna una regressione.

Bad Moms è effettivamente divertente, ma è una mascherata.

Dietro i volti di Mila Kunis, Kristen Bell e Kathryn Hahn, ci sono in realtà ruoli maschili, stereotipi o scemi comici che affrontano incastri mentali e discrasie prettamente virili. Lo è di certo la mamma incasinata e cinica, disordinata e malata di sesso (un personaggio che in ogni wolfpack maschile non manca mai da Animal House in poi), come del resto lo è anche quella remissiva e un po’ nerd, timida e incapace di prendere la vita per le corna. Ma, più in generale, il desiderio sfrenato di abbandonare ogni responsabilità per uno stile di vita senza freni, discende diretto da decenni di cinema maschile.

Nonostante un’indubbia capacità di divertire e partorire gag dal ritmo inesorabile (ma del resto già Una Notte da Leoni l’aveva dimostrato) è impossibile non pensare che una commedia femminile nella quale, mutando qualche dettaglio della storia, sarebbe possibile cambiare sesso ai personaggi senza che il film ne esca stravolto, forse non è la maniera più appropriata di raccontare, prendere in giro o anche solo divertirsi con un mondo che, al cinema, è davvero una prateria inesplorata.

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