Baby Mama - la recensione

Una donna in carriera vuole disperatamente un figlio e si rivolge a una società che si occupa di uteri in affitto. Commedia prevedibile ma simpatica con la nuova star americana Tina Fey...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloBaby MamaRegiaMichael McCullers
Cast
Tina Fey, Amy Poehler, Greg Kinnear, Dax Shepard, Maura Tierney, Sigourney Weaver, Steve MartinUscita31-07-2009 

A prima vista, Baby Mama ha tutte le carte in regola per essere un titolo da trascurare senza troppi problemi. Uscito fuori, come centinaia di altre pellicole, da quella fucina di grandi talenti comici (ma non sempre grandi attori cinematografici) che è il Saturday Night Live, rischia di confondersi con tanti altri prodotti legati a questo genere. In effetti, vedendolo, è difficile esaltarsi per la storia e i suoi protagonisti. Tutto è sicuramente molto prevedibile, dalle sorprese/non sorprese all'evoluzione dei personaggi. E di certo non si può dire che, con una materia così scottante, i realizzatori abbiano voluto prendersi molti rischi.

Tuttavia, Baby Mama anche con questi difetti funziona e risulta molto gradevole. La spiegazione è tutt'altro che un mistero ed è sicuramente da ricercare nel cast, iniziando dalla protagonista Tina Fey. Chi segue i mass media statunitensi dovrebbe conoscerla, considerando che nell'anno appena passato la sua imitazione di Sarah Palin, candidata repubblicana alla vicepresidenza, ha fatto furore in patria, così come la fortunata serie 30 Rock. Insomma, la Fey è sulla cresta dell'onda, ma a suo onore va detto che non sfrutta il successo per prevaricare o lasciarsi andare a interpretazioni da prima donna, cedendo spesso i riflettori ai suoi colleghi.

Tra loro, l'altra collega del Saturday Night Live Amy Poehler, nei panni di un'esponente del white trash, termine per indicare chi ha bassi livelli di reddito e istruzione. Il suo ritratto è assolutamente efficace, soprattutto perché riesce a rendere ambiguo e sottile un personaggio sulla carta poco gradevole. Ma anche tutti gli altri funzionano bene, nonostante un tempo sullo schermo a disposizione non troppo prolungato. E se Greg Kinnear e Sigourney Weaver conferiscono solidità a due ruoli piccoli ma importanti, la performance di Steve Martin ci ricorda che grande attore può essere con il materiale giusto a disposizione.

Alla fine, per una pellicola di questo tipo, anche la regia abbastanza scolastica (ma con momenti discretamente ispirati) di Michael McCullers, fino a ora conosciuto come lo sceneggiatore della serie di Austin Powers, non stona affatto. Che è poi il segreto di questo film: ricetta poco originale, esecuzione molto gradevole...

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