Avvocato di Difesa (stagione 2, seconda parte): la recensione

La seconda parte della seconda stagione di Avvocato di Difesa si svolge quasi interamente in un'aula di un tribunale, ed è un bene

Condividi
Spoiler Alert

Il vero problema della seconda parte della 2^ stagione di Avvocato di Difesa è che paradossalmente fa sfigurare i primi 5 episodi e punta il dito sulla brutta abitudine di Netflix di dividere in due le stagione dei suoi prodotti di punta.

La ragione per cui il servizio streaming scelga questa tattica è piuttosto evidente: serie come Avvocato di Difesa, che meno di 10 anni fa avremmo potuto tranquillamente trovare nel palinsesto della televisione generalista americana, gli portano pubblico, il che rende evidentemente impossibile non approfittare dell'occasione suddividendo le già striminzite stagioni dei suoi prodotti in mini eventi separati.

Il problema, tuttavia, è che queste serie non sono necessariamente concepite e scritte per essere brutalmente divise in due, ed il risultato è quello che abbiamo visto con questa seconda parte dello show tratto dai romanzi di Michael Connelly, con la narrazione che prende una decisa accelerata nei 5 episodi finali, quasi completamente dedicati allo scontro in tribunale, e fa sfigurare quelli precedenti che appaiono decisamente più piatti e lenti.

Pregi e difetti di Avvocato di Difesa

Ciò che è certo è che il punto di forza di Avvocato di Difesa resta indiscutibilmente il suo protagonista Mickey (Manuel Garcia-Rulfo) la cui chimica con la sua nuova amante/cliente Lisa (Lana Parrilla) funziona in maniera efficace in questa stagione e questo anche se il personaggio interpretato dalla ex Regina Cattiva di Once Upon a Time tende forse a passare troppo velocemente dal deliziosamente ambigua della prima parte di stagione a prevedibilmente ambigua.

Con il fatto però che, come accennavamo, questa 2^ parte di stagione si svolga quasi interamente all'interno del tribunale dove Mickey dà prova di sé come avvocato, altre storyline finiscono per essere trattate con estrema superficialità, compresa la decisione dell'ex moglie del protagonista Maggie McPherson (Neve Campbell) di lasciare Los Angeles per San Diego, per evitare di riprendere la sua storia con Mickey che sarebbe comunque destinata al fallimento, nonostante il loro reciproco attaccamento.

Più avvincente si fa lo scontro in aula, inoltre, più appaiono evidenti alcuni problemi strutturali di questa serie che relega molti degli altri personaggi in ruoli esageratamente stereotipati, dalla fidata assistente e seconda ex moglie Lorna Crane (Becki Newton), che non riesce ad aggiungere nulla alla narrazione se non essere indiscutibilmente l'unica ragione per cui lo studio legale del suo ex marito non vada in frantumi, al fidanzato di lei Cisco (Angus Sampson), il più classico degli investigatori privati televisivi, fino ad approdare alla sua antagonista Andrea Freeman, interpretata da una gelida Yaya DaCosta, che rende esageratamente robotico e rigido il suo personaggio.

Nonostante poi questa seconda parte di stagione di Avvocato di Difesa si discosti molto dal libro a cui si ispira dopo che Dailyn Rodriguez e Ted Humphrey, co-showrunner della serie, e Michael Connelly in persona si sono rimboccati le maniche per adattare ai giorni nostri una storia scritta nel 2008, affrontando il tema della gentrificazione, particolarmente sentito al Los Angeles, il caso funziona decisamente bene e sottolinea come questa serie dovrebbe probabilmente dedicare più tempo alle aule di tribunale e meno alla tribolata vita del suo protagonista.

Nel complesso Avvocato di Difesa resta un buon dramma legale, anche se - come abbiamo già sottolineato in occasione della scorsa recensione - il protagonista dello show si è buona parte lasciato alle spalle il fascino del suo essere un avvocato un po' nomade con discutibili conoscenze.

La seconda parte della seconda stagione di Avvocato di Difesa – The Lincoln Lawyer, composta in totale di 10 episodi è disponibile su Netflix dal 3 agosto.

Continua a leggere su BadTaste