Avvocato di difesa: la recensione

Nel complesso, pur non essendo una serie terribile, il peggior difetto di Avvocato di difesa è però quello di essere dimenticabile

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Avvocato di difesa: la recensione

Basato sul secondo romanzo con protagonista Mickey Haller, intitolato The Brass Verdict e pubblicato nel 2008 da Michael Connelly, Avvocato di difesa (The Lincoln Lawyer) è il primo adattamento televisivo di un personaggio già noto al grande pubblico grazie al film del 2011 con Matthew McConaughey.

LA TRAMA

In seguito ad un incidente che lo ha reso dipendente dagli antidolorifici, che verrà mostrato nel corso della serie e che ha pesantemente influito sulla sua vita personale e lavorativa, l'avvocato di Mickey Haller (Manuel Garcia-Rulfo) eredita inaspettatamente lo studio legale di un collega che viene assassinato nei primi fotogrammi dello show.
Tra i molti casi che Mickey si troverà a dover affrontare spicca quello del magnate della tecnologia Trevor Elliott (Christopher Gorham), un cliente particolarmente ostico, accusato di aver ucciso la moglie.
Ad aiutarlo a sfruttare questa inaspettata seconda opportunità si uniscono al suo studio legale sia la seconda ex moglie Lorna Crane (Becki Newton) che il suo futuro marito, nonché investigatore privato Cisco (Angus Sampson), il tutto mentre Mickey tenta di ricucire i rapporti con la prima moglie, il vice procuratore distrettuale Maggie McPherson (Neve Campbell), madre della loro figlia adolescente Hayley (Krista Warner).

COSA ASPETTARSI DALLA SERIE

Se si è appassionati di drammi legali, Avvocato di difesa non dovrebbe deludere, ma resta uno dei tanti prodotti del gigante dello streaming destinato a non entusiasmare.
Tratta da un romanzo di un maestro del genere, sviluppato da Ted Humphrey e scritta dal gettonatissimo David E. Kelley, che solo il mese scorso ha visto debuttare su Netflix Anatomia di uno Scandalo, la miniserie Avvocato di difesa ha un approccio al protagonista molto diverso dal cinico Haller di McConaughey, più fallibile ed umano, ma anche meno sfacciato e divertente.

I 10 episodi proposti sono anche così tanti da perdersi in diverse trame e storie, alcune delle quali non particolarmente accattivanti, oltre ovviamente a quelle principali: il caso di interesse mediatico ereditato da Haller e quello dell'omicidio del collega che gli ha lasciato lo studio legale. Quella data al protagonista è un'opportunità che lui è deciso a non farsi sfuggire e che usa come mezzo e spinta per rimettere insieme la sua vita dopo un periodo piuttosto buio, in un classico racconto di redenzione in cui però manca un elemento fondamentale: la lotta quotidiana che ogni ex drogato deve combattere per non cedere alla tentazione.
Il passato da dipendente di Haller resterà infatti sempre un'ombra nella sua storia, una sorta di traumatico accadimento, che non influirà però più di tanto sulle sue prestazioni presenti, se non nella misura in cui ha contribuito a cambiare molte delle sue relazioni in una maniera che però al pubblico non è dato vedere.

L'aspetto probabilmente più appagante dello show, su cui non ci si sofferma a sufficienza, nonostante la lunghezza della serie, è proprio quella del dramma legale dedicato alle scene che si svolgono in aula ed al tentativo del protagonista di navigare in un sistema giudiziario complesso e spesso ingiusto, che raramente sta dalla parte dei meno fortunati, per cui il sensibile Haller ha invece un evidente debole e per i quali tira fuori il meglio di sé.

La regia e la fotografia, nonostante la storia si svolga nella sgargiante Los Angeles, non contribuiscono poi ad aiutare lo show, che fa un uso o piuttosto un abuso di filtri così insistenti da disturbare a volte la visione.

Tra sprazzi di ironia involontaria ed una trama principale che non arriva mai davvero a catturare l'attenzione del pubblico, una delle principali rivelazioni finali, che avrebbe dovuto suscitare un deciso effetto sorpresa, cade invece quasi nel vuoto, lasciando una sensazione di incompiuto, come se gli autori avessero deciso di dare un'incomprensibile accelerata finale. Nel complesso, pur non essendo una serie terribile, il peggior difetto di Avvocato di difesa è però quello di essere dimenticabile.

Avvocato di difesa, The Lincoln Lawyer, sarà disponibile su Netflix a partire da venerdì 13 maggio.

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