Avengers: Senza ritorno 1, la recensione

Il primo numero di Senza ritorno è uno splendido omaggio alle classiche storie degli Avengers

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Avengers: No Road Home #1, anteprima 01

Arriva in Italia Avengers: Senza ritorno, miniserie Marvel sceneggiata da Al Ewing (Immortal Hulk), Mark Waid (Daredevil) e Jim Zub (Champions) per i disegni di Paco Medina (Legendary Star-Lord), con un primo numero indubbiamente convincente, in grado di catturare l’attenzione del lettore e di invogliarlo a proseguire la lettura.

E venne di nuovo il giorno in cui gli Eroi più potenti della Terra si riunirono per affrontare una minaccia che non avrebbero saputo gestire singolarmente. La notte è scesa su tutto l’universo, lasciando gli Avengers sgomenti di fronte a un evento inspiegabile. La battaglia si preannuncia ai limiti del possibile e vede coinvolti Ercole, Rocket Raccoon, Occhio di Falco, Scarlet, Visione, Spectrum e Hulk – coadiuvati da Blue Marvel e Tony Ho – i quali hanno risposto alla chiamata di Voyager.

Rispetto alla precedente miniserie, Senza tregua, in queste pagine troviamo una squadra più snella, cosa che porta a un miglior approfondimento psicologico dei suoi componenti e alla valorizzazione delle interazioni, tra siparietti comici (Ercole e Rocket Raccoon) e momenti di riflessione (Occhio di Falco e Scarlet). Gli elementi che creano più curiosità sono però il rapporto tra Clint Barton e Hulk (considerando che in Civil War II il primo ha ucciso il secondo) e il rientro in scena di Voyager.

Senza ritorno è perfettamente fruibile anche senza aver letto Senza tregua o seguito finora la serie ammiraglia scritta da Jason Aaron; sin dalle prime battute, scorre piacevolmente, con le pedine di questa nuova partita che vengono progressivamente schierate sul campo: un crescendo di emozioni che raggiunge il suo apice nel terrificante finale, una pagina in grado di lasciarci con gli occhi sgranati e poche certezze.

"Un crescendo di emozioni che raggiunge il suo apice nel terrificante finale"Il giudizio in merito a questo primo capitolo non può che essere positivo, data la cura con cui il terzetto di scrittori ha mescolato sapientemente tutti gli elementi che hanno reso immortali le storie dei Vendicatori: un gruppo di donne e uomini costretti a fare squadra per respingere una minaccia fuori dalla loro portata. Tra loro ci sono antipatie, rivalità e vecchie ruggini, e proprio per questo risulta stimolante tentare di immaginare in che modo si possa creare un equilibrio, per poi mantenerlo.

Il sense of wonder, l'epicità e i dialoghi brillanti che scaturiscono dalla sceneggiatura sono supportati da un Medina in perfetta forma che firma una prova superlativa. Lo stile dell'artista messicano ben si sposa con questo genere di storia, e qui vediamo la sua linea sicura e precisa omaggiare la grande tradizione degli Avengers con tavole ricche di dettagli, esplosive e cariche di drammaticità. Grazie alle colorazioni suggestive di Jesus Aburtov, inoltre, la scena si può spostare dall’interno di un pub allo spazio siderale mantenendo inalterato il fascino del racconto.

Pochi esordi legati a grandi saghe che coinvolgono molteplici eroi riescono a essere così convincenti, senza ricorrere a espedienti sensazionalistici. Le aspettative per il prosieguo di Senza ritorno non possono dunque che essere decisamente alte.

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