The Avengers - la recensione
Joss Whedon confeziona il miglior film dei Marvel Studios chiudendo un percorso iniziato cinque anni fa e creando un trampolino di lancio verso nuove avventure...
Non c'è alcun dubbio che le aspettative per The Avengers fossero altissime. I fan dei fumetti originali attendevano con impazienza e timore l'uscita del crossover dei Marvel Studios, ma anche chi in questi cinque anni ha seguito, film dopo film, il percorso tracciato dalla casa di produzione che sin dal primo cammeo di Nick Fury alla fine di Iron Man indicava il film dei Vendicatori come punto d'arrivo, un compimento e nel contempo un trampolino di lancio verso nuove avventure.
Ebbene, buone notizie. Anzi, ottime, perché il più delle volte quando l'hype è così alto Hollywood tende a propinare prodotti scialbi, insapori, che riescono a convincere solo nel giudizio: cocente delusione. Figlio dei qualitativamente discontinui film precedenti (L'Incredibile Hulk, Iron Man, Iron Man 2, Thor e Captain America: il Primo Vendicatore), The Avengers prende il meglio dei suoi predecessori, raffina quello che funzionava (prevalentemente i personaggi) e lascia da parte il resto, proponendosi come nuovo modello per i prossimi titoli Marvel (e sarà questo il problema in futuro: il confronto).
Indubbiamente il merito di questo risultato è di Joss Whedon, che ha riscritto una storia di Zack Penn mettendo al centro di tutto i personaggi e costruendo attorno a loro uno scenario catastrofico ricco di spunti non solo per creare una evoluzione in ciascuno di loro, ma anche per spingerli a unirsi e, alla fine, completare un arco. Uno script non privo di difetti: dal MacGuffin fin troppo evidente (il Tesseract) ad alcuni personaggi messi da parte (anche se è chiaro che Maria Hill è caduta vittima del montaggio più che della sceneggiatura), passando per una scena d'apertura poco originale e alcuni momenti abbastanza inverosimili. Inoltre, per riuscire a comprendere del tutto la trama è bene aver visto almeno Thor, Iron Man e Captain America: il Primo Vendicatore. Tutto questo, comunque, viene messo in ombra dal ritmo, dai dialoghi brillanti e da un sacco di azione (che i fan chiedevano a gran voce sin dal primo Iron Man), in grado di far scorrere come niente 140 minuti di durata. Il retaggio televisivo di Whedon si vede principalmente nella tendenza a utilizzare le inquadrature sghembe già proposte nei suoi serial, ma se già nel sottovalutato Serenity aveva dimostrato di essere in grado di gestire un cast d'insieme, qui si scopre anche regista d'azione: anche nei momenti più spettacolari e concitati (e ce n'è parecchi) Whedon riesce a evitare la confusione senza cadere in facili virtuosismi con la macchina da presa (vera o digitale che sia). Quello che accade sullo schermo è sempre chiaro, e forse anche per questo la portata della catastrofica invasione aliena appare realmente minacciosa, nonostante le creature in sè risultino un po' troppo fantasy nel design e nella resa. E Whedon realizza tutto questo divertendosi un mondo.
E se gli effetti visivi sono decisamente ben fatti - molto meglio che in qualsiasi dei film Marvel precedenti, anche se in alcuni passaggi della battaglia finale la CGI appare un po' troppo evidente, ma basta l'Helicarrier a cancellare ogni dubbio sull'enorme lavoro svolto dagli artisti dei VFX su questo film - è meglio chiudere un occhio (o tutti e due) sulla riconversione 3D, ancora una volta semplicemente inutile (e anche dannosa, perché in grado di modificare in peggio la fotografia. Osservate bene il volto di Tony Stark di profilo nel costume di Iron Man in una delle scene finali: appare piattissimo). Sul fronte della colonna sonora, invece, Alan Silvestri avrebbe forse potuto costruire un temi che facessero maggior presa.
In conclusione, The Avengers rappresenta il punto più alto del percorso (assolutamente discontinuo) intrapreso dai Marvel Studios: un grande film d'azione che intrattiene, diverte, sorprende. Nel giro di qualche anno I Marvel Studios sono riusciti a creare non solo un franchise, ma una vera e propria mitologia cinematografica, con al centro dei personaggi ai quali il pubblico si è affezionato. Ora non resta che vedere quale sarà la prossima avventura.