Avengers 1 - 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi i primi due numeri Marvel NOW! di Avengers, quindicinale edito da Panini Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Sulle pagine del quindicinale Avengers, assistiamo dunque all’ennesimo nuovo inizio per gli Eroi più Potenti della Terra che, ancora una volta, devono vedersela con Kang il Conquistatore e Scarlet Centurion in uno scontro il cui campo di battaglia diventa lo spazio-tempo. Ma attenzione ai paradossi temporali: potrebbero avere conseguenze devastanti per la nostra realtà.
La serie gemella è Avengers .1, scritta sempre da Waid per le matite di Barry Kitson. Torniamo indietro nel tempo, nel 1965, all’uscita di Avengers #16, albo in cui Capitan America (Steve Rogers) presentava al mondo Occhio di Falco, Scarlet e Quicksilver come nuovi membri dei Vendicatori.
Un omaggio a un’epoca pionieristica in cui gli eroi della Casa delle Idee erano ancora alle prime armi e che presenta le storie mai narrate di quella peculiare formazione; un'operazione similare a quanto fatto da Dan Slott e Ramon K. Perez con Diventare un Arrampicamuri. Wasp, Thor, Ant-Man e Iron Man lasciano Steve Rogers in compagnia dei tre ex criminali, il cui reintegro nella società è tutt’altro che semplice. Il tutto è reso ancora più complicato dal palesarsi dei Terribili Quattro.
Avengers 1 si chiude con l’esordio di una serie decisamente anticonvenzionale: Occupy Avengers, scritta da David F. Walker, disegnata da Carlos Pacheco e incentrata sulla figura di Occhio di Falco. Dopo aver ucciso Bruce Banner con un dardo che lo stesso Banner gli aveva fornito, Clint è visto come l’eroe della gente, osannato e circondato dall’affetto di tutti.
Partendo da questa premessa, Walker conduce Barton in un viaggio itinerante per gli Stati Uniti, durante il quale l'arciere affronta problemi concreti dell'uomo della strada, come la contaminazione della riserva idrica indiana di Sweet Medicine. Sarà il vicesceriffo Red Wolf ad affiancare Clint in questa fase del tutto inedita.
Una bella idea sorretta da una convincente sceneggiatura che non dimentica il recente successo di Occhio di Falco nella gestione Fraction – Aja e, anzi, lo arricchisce con tematiche politiche e sociali. Buone le tavole di un Pacheco lontano dai fasti di un tempo, ma comunque convincente sia nella fasi più concitate sia in quelle descrittive.
Nel secondo numero della testata edita da Panini Comics sono ben tre le opere all'esordio: si parte subito forte con U.S.Avengers, serie che, vista la presenza di Roberto da Costa, della sua A.I.M., e degli autori Al Ewing e Paco Medina, può considerarsi un’evoluzione di New Avengers.
Il primo episodio è dedicato all’introduzione dei protagonisti di questa elettrizzante avventura, un action pieno di armi ipertecnologiche, cospirazioni e battaglie senza esclusioni di colpi. Grazie all’espediente del confessionale, i diversi supereroi spiegano le motivazioni che li hanno portati ad abbracciare la causa. Protagonista, un gruppo eterogeneo in cui l’accostamento di figure tanto diverse tra loro - si va da Red Hulk a Squirrel Girl - descrive l'anima appariscente ed esilarante della serie, messa su carta delle matite ultra-pop di Paco Medina. La Te$chiocrazia è alle porte e spetta a un gruppo di sgargianti supereroi porvi rimedio.
Sebbene il team creativo sia cambiato, con Al Ewing (testi) che saluta Kenneth Rocafort e trova Travel Foreman (disegni), Ultimates2 è - come suggerisce il titolo - un diretto sequel Ultimates, nonostante non manchino le variazioni: nato come gruppo governativo volto a sventare minacce di natura cosmica, gli Ultimates si sono infatti divisi a causa delle frizioni interne nate per la cattiva gestione dei poteri di Ulysses fatta da Capitan Marvel.
In questa nuova stagione, Ewing sembra voler portare tutto a un livello superiore... elevandolo al quadrato, appunto. Blue Marvel, Spectrum, Capitan Marvel e Pantera Nera devono appianare le divergenze che hanno portato alla fine del gruppo e al contempo prepararsi a incontrare qualcuno di incredibilmente potente e inatteso. Una lettura vivace, grazie alle dinamiche di gruppo brillanti e a una componente cosmica sempre più incisiva e affascinante.
Nel privato, non è un momento facile per Capitan Marvel. Durante i fatti narrati in Civil War II, Carol ha perso tanti amici a causa delle convinzioni che l’hanno guidata nella sua crociata contro Tony Stark. La conclusione del conflitto non ha sortito l’effetto sperato e l'eroina si è ritrovata con in mano un pugno di mosche. Ora, però, è tempo di voltare pagina, ritrovando quelle emozioni che lo stress manifestatosi dopo Secret Wars aveva in parte soffocato.
Un nuovo inizio attende l'eroina in Mighty Captain Marvel, serie scritta da Margaret Stohl per gli accattivanti disegni di Emilio Laiso e Ramon Rosanas. Un ritorno alla caratterizzazione del ciclo di Kelly-Sue DeConnick che colpisce nel segno, regalandoci grandi aspettative per il futuro.
In barba al rilancio da 1 del quindicinale, continuano le avventure dello Squadrone Supremo di James Robinson (testi) e Leonard Kirk (disegni). Negli ultimi episodi letti su Nuovissimi Avengers avevamo assistito al tentativo - sventato da Hyperion e Spectrum - di utilizzare la macchina del tempo per riportare in vita Namor. Bloccato il piano di Woman Man, i due, si sono però ritrovati ad assumere una forma intangibile, non potendo così aiutare gli altri membri dello Squadrone.
Nelle poche pagine a disposizione, assistiamo allo scontro tra Warrior Woman e la sua controparte di una Terra alternativa, mentre Thundra e Blur vengono catturati da Jim Hammond e dallo S.H.I.E.L.D. Un riempitivo che non aggiunge molto al risultato finale dell’albo, ma che riesce a creare il giusto hype per il prosieguo di questa piacevole serie comprimaria.