Australia, capitolo 1: Perth, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo capitolo di Australia, la nuova serie Wilder firmata da Leonardo Favia e Simone Di Meo
L'Australia non ha fatto eccezione, e anzi, l'isolamento fisiologico al quale questa gigantesca isola è da sempre esposta ha accentuato il suddetto fenomeno trasformando l'intera nazione in una terra di nessuno, un far west ottocentesco, eccezion fatta per sole sette città organizzate gerarchicamente, dove la società è rimasta civile. Più o meno.
Nel tessere la sua trama, Favia è bravo a imbastire una struttura narrativa interessante che genera facilmente curiosità nel lettore. Oltre a dar vita a due protagonisti carismatici e dicotomici tra loro, lo sceneggiatore carica la sua storia di fascino e mistero, a partire dalla natura stessa di questa distopica nuova società australiana, esistente in sole sette città lontane tra loro e separate da quelle che appaiono essere delle vere e proprie badlands, terre dove non esiste alcuna forma di legge e giustizia (a questo proposito, non vediamo l'ora di saperne di più).
Ai disegni, Di Meo, con il suo stile ibrido e sintetico, a metà tra il tratto realistico tipicamente di scuola italiana e una stilizzazione classicamente orientale, realizza tavole accattivanti e ben curate, anche nei dettagli apparentemente meno rilevanti. L'attenzione e la modernità dell'artista sono alla base di uno storytelling classico ma dinamico che rende questo primo episodio una lettura scorrevole e appagante, anche grazie a una forte carica espressiva dei volti dei protagonisti, così come a una bella plasticità dei loro corpi.
L'esordio di Australia è un interessante prologo a una storia che promette molto sin dal principio: per quanto sia troppo poco per trarre un giudizio definitivo ed esaustivo, ci ricordiamo che se il buongiorno si vede dal mattino, allora è lecito attendersi qualcosa di molto valido.