Atlanta (prima stagione): la recensione
Dopo il trionfo ai Golden Globe, recuperiamo una delle migliori sorprese del 2016: Atlanta, la serie di FX ideata da Donald Glover
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
La storia è quella di Earn (Donald Glover), che si improvvisa agente del cugino Alfred (Brian Tyree Henry), rapper di nome Paper Boi. Earn ha visto naufragare i suoi sogni personali, e ha dovuto accantonarli per far fronte a esigenze più personali, che lo vedono padre e compagno. L'intreccio emerge sporadicamente in superficie come collante di una storia più grande, che non ha mai la grande e seriosa pretesa di porgersi come affresco socioculturale della città di Martin Luther King. Donald Glover, sceneggiatore, attore, produttore, ricrea sulla sua opera un mood silenzioso, quasi inesorabile e bloccato in un presente che cambia, ma che rimane sempre uguale a se stesso.
Glover e gli altri protagonisti vivono dentro e al di fuori dei loro personaggi. Non si tratta di una quasi completa identificazione con il ruolo che rappresentano: non arriviamo probabilmente a Master of None e tantomeno a Louie, che osava molto di più. D'altra parte emerge in ogni istante la familiarità, il senso di appartenenza ad un contesto suburbano che è proprio e risalta anche senza caricarlo di attributi particolari. E qui il paragone va subito a The Get Down, che invece poneva fortemente l'accento su scenografie, ambienti, personaggi, perdendo però in naturalezza e coerenza interna.