Atlanta 2x11 "Crabs in A Barrel" (season finale): la recensione

La recensione dell'ultimo episodio stagionale di Atlanta

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Nella settimana in cui Donald Glover, alias Childish Gambino, ha fatto parlare di sé per il video di This is America, Atlanta giunge al finale di stagione. E, oltre all'ispirata direzione di Hiro Murai, c'è altro ad accomunare queste due espressioni del percorso artistico eterogeneo di Glover. Tanto nel videoclip quanto nella serie tv c'è l'intenzione ferma e visibile di sviscerare problematiche sociali appoggiandosi ad un linguaggio dagli esiti grotteschi. Anche in questo season finale, intitolato Crabs in A Barrel, tornano le armi e la condizione che definiremmo esistenziale dei neri in America. Non è un episodio esplosivo e sopra le righe come molti dei precedenti, ma è una giusta chiusura stagionale.

Dopo la parentesi giovanile di FUBU torniamo al presente di Al e suo cugino Earn. Scopriamo che il primo, contrariamente a quel che avevamo inteso, non ha licenziato definitivamente il secondo, anche se la condizione di quest'ultimo rimane traballante. Tutto avviene alle porte di un importante viaggio in Europa, decisamente un cambio d'aria per chi non ha mai lasciato la Georgia. Earn è il protagonista assoluto della puntata. Ancora una mezz'ora scarsa in compagnia del personaggio, dei suoi dubbi, delle sue problematiche familiari e professionali. Tutto corre verso la conclusione di puntata in aeroporto, e lo fa reiterando considerazioni già espresse in passato.

Una maestra della figlia di Earn e Van dice chiaramente ai due che la scuola in cui la piccola studia ora è mediocre, e meriterebbe di essere spostata in un istituto privato. Considerazioni che, la serie ci dice, non appartengono agli afroamericani, ma che per loro si aprono solo grazie alle loro possibilità economiche. Considerazioni simili in un dialogo con Darius. Earn sta facendo il massimo come manager, sta imparando, sta migliorando. Ma sta anche collezionando fallimenti che per i neri non sono un'opzione possibile. Ad ogni modo, la decisione di Al non è irrevocabile, e se ne parlerà una volta atterrati a destinazione.

Il colpo di coda della puntata si ricollega a Alligator Man e a quella pistola che Earn aveva preso, in uno dei molti carichi di responsabilità che questo personaggio, incapace di dire di no, si è assunto. La pistola ritorna fuori nel momento meno opportuno, Earn ne approfitta per mettere nei guai Clark (ma è strano che la passi liscia, forse nella terza stagione la questione tornerà). Atlanta si chiude su un momento particolare, con i personaggi insieme in una scena dolce e amara. Sulla stagione abbiamo detto abbastanza nelle puntate precedenti: grande sperimentazione, grande controllo dei toni della narrazione e la capacità di muoversi in tante direzioni, dal thriller puro al grottesco coeniano. Sempre con grande attenzione alle sfumature di scrittura e alle caratterizzazioni. Una seconda stagione migliore della prima.

La seconda stagione di Atlanta andrà in onda in Italia dal prossimo 17 maggio.

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