Atlanta 2x11 "Crabs in A Barrel" (season finale): la recensione
La recensione dell'ultimo episodio stagionale di Atlanta
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Dopo la parentesi giovanile di FUBU torniamo al presente di Al e suo cugino Earn. Scopriamo che il primo, contrariamente a quel che avevamo inteso, non ha licenziato definitivamente il secondo, anche se la condizione di quest'ultimo rimane traballante. Tutto avviene alle porte di un importante viaggio in Europa, decisamente un cambio d'aria per chi non ha mai lasciato la Georgia. Earn è il protagonista assoluto della puntata. Ancora una mezz'ora scarsa in compagnia del personaggio, dei suoi dubbi, delle sue problematiche familiari e professionali. Tutto corre verso la conclusione di puntata in aeroporto, e lo fa reiterando considerazioni già espresse in passato.
Il colpo di coda della puntata si ricollega a Alligator Man e a quella pistola che Earn aveva preso, in uno dei molti carichi di responsabilità che questo personaggio, incapace di dire di no, si è assunto. La pistola ritorna fuori nel momento meno opportuno, Earn ne approfitta per mettere nei guai Clark (ma è strano che la passi liscia, forse nella terza stagione la questione tornerà). Atlanta si chiude su un momento particolare, con i personaggi insieme in una scena dolce e amara. Sulla stagione abbiamo detto abbastanza nelle puntate precedenti: grande sperimentazione, grande controllo dei toni della narrazione e la capacità di muoversi in tante direzioni, dal thriller puro al grottesco coeniano. Sempre con grande attenzione alle sfumature di scrittura e alle caratterizzazioni. Una seconda stagione migliore della prima.