Atlanta 2x08 "Woods": la recensione

La recensione dell'ottavo episodio stagionale di Atlanta

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Spoiler Alert
Appaiono tutti un po' perduti i protagonisti di Atlanta in questa seconda stagione della serie di FX. Non hanno punti di riferimento, affermano a parole di volere qualcosa che tuttavia, una volta raggiunto, rinnegano immediatamente con i gesti e il loro stato d'animo. È una costante di una stagione per il resto molto particolare e sperimentale, come abbiamo notato molte volte in queste ultime settimane. Allora con Woods la scrittura decide di fare un passo oltre, mettendo al centro dell'intreccio, linearissimo in realtà, un vero e proprio smarrimento. A perdersi, in tutti i sensi, è il nostro Al "Paper Boi", che ne passa di tutti i colori nel corso di questa mezz'ora in cui gli eventi precipitano frettolosamente e ad ogni angolo si trova una sorpresa.

Dopo Barbershop abbiamo quindi un nuovo episodio interamente incentrato sul personaggio di Alfred, il rapper che ce l'ha fatta, che è diventato qualcuno. Nel fare questo, tuttavia, forse ha smesso di essere se stesso. Tale appare la preoccupazione principale di Alfred nella prima parte dell'episodio nettamente staccata dalla seconda. Lo seguiamo nel corso di una giornata intera, prima uscire di casa per vedersi con una ragazza di nome Sierra con cui potrebbe nascere un sentimento, o forse no, e poi sfuggire ad una serie di aggressioni. Nel primo caso vediamo il suo rifiuto netto dell'utilizzo di Instagram – ma la critica è molto più estesa in realtà – come strumento finto e che distorce la realtà.

Sierra gli fa notare che, dato che lui stesso è una celebrità, per definizione il suo mondo non è reale. Intorno a questa realizzazione gravitano tutti gli eventi assurdi dell'episodio, che si accumulano l'uno sull'altro in una valanga drammatica che rischia di travolgere il protagonista. Un gruppo di ragazzi prima si complimenta con lui e poi lo rapina, rischia di venir ucciso (o di uccidere qualcuno in una colluttazione) e infine si perde nei boschi dove qualcuno minaccia di tagliargli la gola. Cala la notte sulla giornata oscura di Alfred, che tuttavia forse lo ha spinto ad una riflessione. Ad un market viene fermato da un ragazzo. Alfred non si tira più indietro, fa foto, si mette in posa, invita il suo fan a fare lo stesso.

Atlanta continua a giocare sull'assurdo nel quotidiano, sull'inaspettato che diventa regola. E, al di là della parentesi thriller di Teddy Perkins, Paper Boi sembra il personaggio perfetto per veicolare simili riflessioni. Lo è perché, più di Earn o Darius, il suo è il racconto di chi ce l'ha fatta e ha visto realizzare il proprio sogno, ma al tempo stesso deve accettarne le conseguenze. Più che un racconto sul malessere di chi vuole "uscire dal ghetto", come invece poteva essere la prima stagione, questa seconda esplora le conseguenze di quella riuscita.

Come in Barbershop Alfred è il personaggio kafkiano che cerca in tutti i modi di fuggire le trappole del quotidiano, ma che ad ogni tentativo si trova sempre più invischiato. Più utilizza la ragione e il buon senso e più il mondo gli si ritorce contro. Allora non gli rimane altro da fare che piegarsi al mondo che lo circonda, mettersi in posa e farsi scattare una foto.

La seconda stagione di Atlanta va in onda dallo scorso 1 marzo su FX e prossimamente in Italia in esclusiva su Fox.

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