Atlanta 2x03 "Money Bag Shawty": la recensione
La recensione del terzo episodio stagionale di Atlanta, intitolato Money Bag Shawty
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Earn è il protagonista che in qualche modo è sempre stato definito dal denaro, o più precisamente dalla mancanza di questo. Non era nessuno durante la prima stagione e, intuizione molto interessante di questi primi episodi della seconda, continua a non essere nessuno. Atlanta ha la forte idea di giocare sempre tra le sfumature di scrittura e caratterizzazioni, di lavorare tra le parentesi che non vediamo, tra i momenti tagliati tra due scene. È ad esempio il caso di un povero tecnico che probabilmente verrà duramente pestato in uno studio di registrazione, ma è anche il caso di Earn, che dopo un'intera giornata a gettare al vento dei soldi decide di concedersi una piccola opportunità di riscatto, solo per buttare via anche gli ultimi.
Allora le scene di Alfred che si alternano alle sue servono a consolidare questa opinione, ad esempio nell'incontro con un rapper sulla cresta dell'onda. Personaggio particolare che sa cosa vuole, che può ottenerlo a quanto pare grazie ad un manager che ha tutti gli agganci necessari, e che si lascia andare ad attacchi di rabbia e pestaggi se le cose non vanno come desidera. Il tutto viene raccontato tramite silenzi, momenti di frustrazione condivisi, che appartengono a personaggi che sembrano sempre soffocare un grido. Proprio per questo, la loro rabbia ci arriva ancora più forte.