Astro Boy - La recensione

Un bambino-robot si ritrova al centro di lotte politiche e sociali, mentre tutti cercano di sfruttare i suoi superpoteri. Presentato al Festival di Roma, un prodotto assolutamente accettabile, senza molta originalità ma costruito (e doppiato da Silvio Muccino) discretamente...

Condividi

Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloAstro BoyRegiaDavid BowersVoci italiane
Silvio Muccino, Carolina Crescentini e il trio Medusa
Uscita18 dicembre 2009La scheda del film

Astro Boy non è esattamente il prodotto che ti aspetti, per tante ragioni. Iniziamo dal punto che mi preoccupava maggiormente, ossia il doppiaggio, in particolare il lavoro sul protagonista. Visto che Silvio Muccino non ha esattamente la voce di Vittorio Gassman, c'era di che essere perplessi nella scelta dei distributori italiani. In realtà, sembra proprio che l'attore e regista abbia superato certi suoi problemi e qui offre una prova sorprendentemente matura (anche se, beninteso, continua a non essere Gassman, ma non è il caso di fargliene una colpa).

Ma, soprattutto, Astro Boy non è proprio il film che mi attendevo, ossia abbastanza innocuo, con tanta azione inutile e sostanzialmente noioso. Certo, va detto subito che di originale c'è ben poco, sia perché il modello dell'anime di Osamu Tezuka è stato copiato all'infinito in quasi cinquant'anni di storia, sia perché ci sono tanti modelli occidentali abbastanza chiari che sono stati ripresi, come Iron Man, una spruzzata di A.I., Il gigante di ferro, la Doom Patrol di Grant Morrison e uno scontro finale anche migliore di quello di Transformers 2 (ci vuole poco, d'accordo).

Però, certe scelte sono comunque encomiabili. Penso all'assenza dei soliti animaletti carini che ci vengono propinati in qualsiasi prodotto di animazione e che qui invece sono totalmente assenti (a parte un cane... robotico). E le tematiche sono più serie e malinconiche della media, in particolare il tema della morte (che però poteva essere sfruttato meglio). Addirittura, non mancano un paio di momenti visionari (una bella sequenza con le macchine di Leonardo da Vinci) e quasi burtoniani/selickiani (la scena dei robot nei rottami, senza dubbio la migliore di tutta la pellicola).

In altri punti siamo invece decisamente più sul convenzionale, a cominciare dalle discussioni ecologiste e sui diritti dei robot, che sanno un po' di manfrina (ma che per fortuna non sono troppo presenti nel film). E anche il finale è decisamente scontato, anche se ha sufficiente autoironia per non sembrare troppo stucchevole. Beninteso, non siamo certo al livello della Pixar, ma francamente ho trovato Astro Boy un prodotto accettabile, meglio di tante pellicole della Dreamworks o di Robots. Il dubbio è più che altro se un prodotto anomalo come questo troverà un pubblico...

Continua a leggere su BadTaste