Asteroid City, la recensione
Nel deserto di Asteroid City c'è il classico aggregato umano eterogeneo di Wes Anderson ma al minimo livello possibile di interesse
La recensione di Asteroid City, il film di Wes Anderson presentato in concorso al festival di Cannes
Stavolta quello di Asteroid City è proprio il mondo di Chuck Jones, il deserto di Wile E. Coyote e Road Runner, con uno sfondo piattissimo e cactus isolati, banditi inseguiti dalla polizia e tre bambine che si muovono simmetricamente e camminano in fila come anatroccoli o una versione ordinata di Qui Quo Qua. È un’ambientazione teatrale in realtà, vediamo un dramma messo in scena e ogni tanto sentiamo cosa abbia da dirne l’autore che lo ha realizzato e il regista geniale che lo ha messo in scena. C’è così un doppio livello: quello del copione nel suo farsi e quello del copione messo in scena che noi vediamo come un film, quello degli attori e delle loro storie e quello dei personaggi che interpretano. Le prime sono accennate, le seconde mai approfondite.
Intanto quelle che nei suoi primi film erano famiglie (reali o aggregate per lavoro) sono diventate comunità caratterizzate dal vivere o lavorare nello stesso posto. I cast corali si sono riempiti dei nomi migliori del cinema mondiale, nel vezzo unico nella storia del cinema di fare sempre film in cui qualunque attore, fino all’ultima comparsa, sia un volto noto. Questa sovrapresenza di star è il segreto commerciale di Anderson ma è diventata il suo limite maggiore. Attori grandissimi compaiono anche solo per poche scene e pure i più protagonisti dividono il tempo sullo schermo con tutti gli altri. Lo sanno e lo accettano ma è chiaro che in cambio i film devono dare loro scene cruciali e curare il personaggio di ognuno. Per dare rilievo e un senso a ogni singolo personaggio si annullano i reali protagonisti (in questo caso sarebbe stato il personaggio di Jason Schwartzman) e diluiscono i conflitti fino a che non ne rimane solo un accenno e nulla conta più. Conta il collettivo semmai, la foto di gruppo, il cast di star tutte agghindate “proprio come nei film di Wes Anderson”. Ma non era così prima, non è stato quello a renderlo uno dei cineasti più rilevanti della sua generazione.