Asterix e il Papiro di Cesare, la recensione

Esce oggi in contemporanea mondiale Asterix e il Papiro di Cesare, il secondo volume della serie scritto da Jean-Yves Ferri e disegnato da Didier Conrad...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Dopo il divertente Asterix e la Galera di Obelix, uscito nell'ormai lontano 1996, la collana a fumetti degli irriducibili Galli ha proposto due storie realizzate da Albert Uderzo piuttosto deludenti, due volumi celebrativi contenenti scene scartate e omaggi (un prodotto di certo non equiparabile a una nuova avventura), e l'esordio poco più che sufficiente di Jean-Yves Ferri e Didier Conrad.

Sono dunque quasi 20 anni che non leggiamo un episodio inedito di Asterix degno della popolarità del personaggio, ma fortunatamente Asterix e il Papiro di Cesare interrompe questa fase di stanca, che era dovuta alla conclusione della carriera di Uderzo e al conseguente passaggio di consegne. In Asterix e i Pitti la coppia di autori subentrata allo storico disegnatore del fumetto stava ancora prendendo confidenza con l'universo narrativo, ma in questa nuova uscita i due si impongono saldamente al timone della serie realizzando un albo ricco di trovate, una vicenda intrigante e gag in grado di strappare più di una risata.

Giulio Cesare ha scritto Commentari sulla guerra gallica in cui racconta le operazioni militari con le quali ha conquistato quasi tutta la Gallia; il suo editore Primus Bestsellerus però gli suggerisce di rimuovere il capitolo dedicato al villaggio che resiste strenuamente all'avanzata dell'esercito romano, così da migliorare la sua immagine e convincere il senato ad aumentare i finanziamenti per le sue campagne.
Tutte le copie del capitolo incriminato vengono quindi distrutte, ma uno dei muti scribi numidi di Cesare ne conserva segretamente un papiro e lo consegna all'attivista Vispolemix; l'uomo si impegna a diffondere pettegolezzi e voci di corridoio, perciò è intenzionato a dimostrare le menzogne dell'imperatore romano e per farlo si reca nel villaggio in Armorica per vedere coi propri occhi questa tenace ribellione. Asterix, Obelix e Panoramix entrano in possesso del papiro incriminato e intraprendono un viaggio fino alla foresta dei carnuti per portarlo all'anziano druido Archeopterix, l'unico in grado di memorizzare l'intero testo e tramandarlo ai posteri per via orale...

Il trentaseiesimo volume della serie ha tutte le caratteristiche delle storie classiche, dimostrando che Ferri e Conrad sono la scelta perfetta per proseguire il lavoro di Goscinny e Uderzo. Alla vicenda principale si affiancano alcune divertenti sottotrame: il grande capo Abraracourcix infatti decide di scrivere un proprio libro di memorie sulla scia di quello di Cesare, mentre le azioni degli abitanti del villaggio gallico - in particolar modo Obelix - vengono pesantemente influenzate dalla lettura di un oroscopo.

Non mancano i caratteristici elementi anacronistici presenti in ogni racconto di Asterix, tra cui i bizzarri nomi dei personaggi (Retewifix, Apollosix, ecc...) e una divertente descrizione del sistema di comunicazione tramite piccioni viaggiatori nella quale i volatili ricoprono il ruolo delle attuali e-mail, dovendo anche stare attenti agli attacchi della pirateria informatica.

Da sempre le migliori storie degli irriducibili galli fanno anche satira sociale pescando a piene mani dall'attualità, e l'episodio appena uscito non rinuncia a questo elemento: è sufficiente pensare che il nome dell'attivista Vispolemix in origine avrebbe dovuto ricordare "Wikileaks" (poi modificato per non incorrere in problematiche legali) e la sua figura ricorda non poco il giornalista Julian Assange. Come sempre questo aspetto è trattato con garbo e senza essere troppo invasivo all'interno della storia; i bambini che si avvicineranno alla nuova avventura di Asterix la apprezzeranno per i suoi aspetti più divertenti, mentre i lettori adulti possono cogliere un livello di lettura più profondo che porta a riflettere sulla nostra società.

Asterix e il Papiro di CesareDal punto di vista grafico il tratto di Conrad riesce ad emulare perfettamente lo stile di Uderzo garantendo alla serie la continuità voluta dagli editori francesi. Ma il disegnatore non si limita a una mera riproduzione degli stilemi del suo predecessore: è infatti evidente la ricerca di nuove strade per far evolvere il fumetto attraverso inquadrature più dinamiche e grandi vignette ricche di particolari che definiscono l'ambientazione o descrivono le sequenze d'azione più concitate e affollate con un'ammirevole chiarezza visiva.

Il primo inedito di Asterix pubblicato da Panini funge da banco di prova per l'editore modenese, e il risultato è un volume che si inserisce nella tradizione della collana, per cui potrà affiancare sullo scaffale la collezione di chi possiede le precedenti edizioni senza troppe differenze. L'adattamento italiano riesce a trovare soluzioni azzeccate per inserire riferimenti a elementi italici o canzoni della nostra cultura popolare senza apparire fuori luogo. Inoltre i soldati romani recuperano la parlata romanesca che negli ultimi albi avevano perso, con un raffinato accorgimento linguistico assente nella versione originale: i soldati di basso rango parlano in dialetto stretto, gli ufficiali hanno una parlata in cui traspare qualche elemento di romanità, mentre Cesare e i politici si esprimono in italiano corretto.

Asterix e il Papiro di Cesare è senza dubbio l'avventura che i fan del fumetto aspettavano da tempo, in grado di riportare la serie al livello delle avventure classiche. Gli autori non si limitano a rispettare il lavoro di Goscinny e Uderzo, ma omaggiano esplicitamente la loro creatività in un modo quasi commovente, che vi lasciamo il piacere di scoprire durante la lettura.

Cio che conta è che Asterix sia tornato in ottima salute e che sembra godere degli effetti della pozione magica, affermando la qualità di quello che è il fumetto più venduto al mondo, pronto a offrire ancora decine di volumi ai suoi lettori.

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