Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok, la fine del mondo si avvicina | Recensione

Dopo aver passato circa venti ore a Svartalfheim, siamo pronti per darvi la nostra opinione su Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok

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Nonostante sia uscito nel novembre del 2020, Assassin’s Creed Valhalla non sembra intenzionato a venir disinstallato dalle piattaforme dei fan di tutto il mondo. Dopo una prima grande ondata di contenuti aggiuntivi, Ubisoft ha annunciato l’arrivo de L’Alba del Ragnarok, un DLC interamente dedicato a Odino e alla mitologia norrena. Questa nuova espansione è disponibile dal 10 marzo su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox e PC al costo di 39,99€.

Abbiamo passato diverse ore nei panni del Padre degli Dei e, finalmente, siamo pronti per raccontarvi il nostro viaggio a Svartalfheim, il regno degli elfi oscuri. Se siete curiosi di scoprire se vale la pena spendere i vostri soldi in questo nuovo aggiornamento di Assassin’s Creed non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione de L’Alba del Ragnarok!

NUOVA AVVENTURA, VECCHI PROBLEMI

Una volta fatto ritorno all’accampamento di Ravensthorpe, Eivor viene tormentato da un misterioso incubo. Un incubo nel quale scopre che Baldr, figlio di Odino, è stato rapito da Surtr. Deciso a comprendere il significato di questo sogno, Eivor chiede aiuto a Valka, la “strega” che abbiamo imparato a conoscere sin dal titolo base. Durante un rituale magico, il nostro alter ego si troverà catapultato ancora una volta nei panni di Havi, uno dei tanti nomi con il quale è conosciuto il Padre di Tutti.

Senza voler anticipare troppo della storia, diciamo che Odino raggiungerà il mondo di Svartalfheim con lo scopo di uccidere Surtr e debellare le forze di Muspelheim. Il risultato è un’avventura interessante, che mette in moto degli avvenimenti che sicuramente avranno un impatto anche sui prossimi contenuti di Assassin’s Creed Valhalla. Esattamente come il titolo uscito nel 2020, però, la trama de L’Alba del Ragnarok mantiene un ritmo altalenante. Talvolta la vicenda appare troppo lenta, mentre altre le situazioni si risolvono troppo rapidamente. Questa mancanza di polso nella regia e nel ritmo impedisce quindi all’avventura di rimanere impressa nella mente del giocatore. 

Con questo non vogliamo affermare che si tratti di una brutta storia, anzi. Speriamo solamente che nei prossimi capitoli del franchise venga posta maggiore attenzione a questo elemento, dato che molte software house sembrano aver trovato una quadra ben più precisa per i propri open world.

Assassin's Creed Valhalla: L'Alba del Ragnarok

IL PREDATORE DI HUGR

Se è vero il proverbio che “squadra che vince non si cambia”, possiamo benissimo comprendere le motivazioni che hanno spinto Ubisoft a continuare sulla strada già tracciata. Dal punto di vista del level design, Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok rimane estremamente simile a quanto già sperimentato nel 2020 e nei DLC dello scorso anno. Le missioni sono ovviamente diverse, ma molte di esse non sono altro che “semplici” varianti di quanto visto e giocato in passato. Il che non è per forza di cose un male, dato che Valhalla vanta un bilanciamento tra quest e “missioni secondarie” davvero ricercato. Un plauso particolare all’Arena delle Valchirie, modalità extra dove poter affrontare scontri sempre più difficili con lo scopo di sbloccare speciali premi.

A far davvero la differenza è però il Predatore di Hugr, un bracciale speciale che fornisce ad Havi il potere di assorbire l’essenza altrui. Questo garantisce al personaggio nuove interessanti abilità, come quella di tramutarsi in un corvo, in un abitante di Muspel o in uno Jotun. Alcune arene e/o sezioni legate al platforming sfruttano quindi queste capacità, portando una boccata di aria fresca che ci sentiamo di premiare. L’aspetto negativo di questa valida introduzione, però, è legato alla scarsa difficoltà che pervade tutta l’avventura.

L’Alba del Ragnarok è un DLC molto semplice, soprattutto se affrontato dopo aver completato l’avventura principale. Non solo non siamo mai morti durante il nostro scorrazzare su Svartalfheim, ma ci è persino capitato di trascurare le abilità del Predatore di Hugr per favorire una lotta più rapida e diretta. Il nostro consiglio è quindi quello di andare nelle impostazioni per aumentare il livello di difficoltà, in modo da godere appieno di tutte le novità di questo nuovo aggiornamento. Una soluzione forse un po’ drastica, ma che risulta necessaria se vi trovate già nell’endgame del titolo.

IL MONDO MAGICO

Tecnicamente, Assassin’s Creed Valhalla: L’Alba del Ragnarok è ancora uno spettacolo per gli occhi. Gli ambienti risultano molto curati e ci ha fatto piacere vedere delle nuove tipologie di nemici, assenti nel gioco originale. Le animazioni talvolta risultano ancora un po’ goffe, ma niente di davvero grave. Splendido invece il comparto sonoro, con un doppiaggio in italiano riuscito e con una soundtrack epica al punto giusto. Grazie alle patch distribuite in seguito al lancio del titolo, questo nuovo update ci è parso privo di qualsiasi bug e/o calo di frame.

Assassin’s Creed Valhalla è ormai una garanzia! L’Alba del Ragnarok è solo l’ennesima conferma di un lavoro di qualità svolto da Ubisoft, che però presta il fianco ai difetti tipici della serie. In attesa di capire come gli sviluppatori riusciranno a svecchiare la saga, siamo molto felici di perderci nuovamente in location lussureggianti e in avventure dal forte stampo fantasy. Se avete amato le precedenti espansioni di Valhalla troverete in questo nuovo contenuto una ventina d’ore di puro divertimento. Se non siete fan delle nuove iterazioni del franchise, non sarà L’Alba del Ragnarok a farvi cambiare idea. 

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