Assassin's Creed Odyssey si perde nella sua enormità, sta al giocatore ritrovarlo - Recensione

Quando nell'open world si rischia di perdersi: la recensione di Assassin's Creed Odyssey

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Che Ubisoft facesse segnare un ulteriore passo in avanti nell'evoluzione di Assassin's Creed già dopo Assassin's Creed Origins, di fatto un trasloco per la serie, definitivamente spostata nel campo degli action RPG open world, era difficilmente ipotizzabile. Anche solo per ragioni di tempo, Assassin's Creed Odyssey non poteva andare molto oltre quanto segnato dal suo predecessore, eppure in alcune meccaniche, in piccoli affinamenti generali, si percepiscono delle non stravolgenti ma comunque apprezzabili migliorìe. Ma in maniera abbastanza paradossale, proprio alla luce della quasi identità con la produzione precedente, è altrettanto percepibile la blanda ordinarietà di alcuni elementi di gioco, che già sembrano fiacchi e stanchi ad appena un anno dalla loro introduzione, alla loro seconda introduzione.

Sarebbe del tutto ingeneroso attribuire l'apprezzamento generale espresso da critica e pubblico verso Assassin's Creed Origins solo alle novità implementate, al semplice cambio di faccia, perché è chiaro che innovare premia, ma lo è altrettanto che non basta introdurre un vero open world disseminato di luoghi da esplorare e strutturare una progressione ruolistica per andare automaticamente a segno, soprattutto in un'epoca videoludica nella quale produzioni che presentano le stesse caratteristiche abbondano. Occorre farlo in maniera convinta, costruendo un mondo che sia prima di tutto giocabile, con molteplici attività da intraprendere, affascinante, che mostri al giocatore la sua bellezza attraverso scorci evocativi e una riproduzione ricca e fedele dell'ambientazione di riferimento, e coerente, attraverso una narrazione che stimoli qualcosa in più del semplice peregrinare di luogo in luogo. Requisiti pienamente soddisfatti dal gioco, ma non dal suo successore.

[caption id="attachment_191048" align="aligncenter" width="1920"]Assassin's Creed Odyssey screenshot Nella modalità Esplorazione ci si muove solo in base alle indicazioni e non è presente il segnalino che invece vedete nell'immagine[/caption]

Assassin's Creed Odyssey fa fatica per la stragrande maggioranza dell'avventura a tenere vivo l'interesse sulla storia principale. È piena di rivelazioni, di risvolti interessanti su tutto il background della serie, andando a indagare sulla Prima Civilizzazione, uno dei suoi fulcri, ma è talmente diluita ed episodica che, praticamente, si perde. Non dà mai l'impressione di un racconto coerente, articolato, progressivo, tutt'altro, procede a balzi e scossoni. E nel momento in cui il giocatore perde il riferimento narrativo gli tocca far maggiormente i conti con l'ampissimo open world, constatando, purtroppo, che alla sua enorme vastità non corrisponde una uguale varietà di attività. Che si infiltri in un fortino, esplori una grotta, attacchi un accampamento di banditi, il mantra sarà sempre lo stesso: uccidi, trova, razzia. È così che le ambientazioni che all'inizio in maniera certosina completerà inizieranno a diventargli indifferenti dopo poche ore, senza che vi si avventuri, trasformandosi da luoghi di interesse a luoghi di disinteresse.

"il miglior modo per giocare Assassin's Creed Odyssey è seguire le missioni principali, facendo procedere di pari passo avanzamento nella storia e viaggio, più che esplorazione"Anche al netto di una trama coinvolgente solo a tratti il miglior modo per giocare Assassin's Creed Odyssey è quindi seguire le missioni principali, facendo procedere di pari passo avanzamento nella storia e viaggio, più che esplorazione, affrontando le discrete ma non particolarmente brillanti secondarie e solo qualora si fosse alla ricerca di equipaggiamento pregiato o di punti esperienza per salire di livello completando qualche punto di interesse. Un approccio poco consono all'open world, chiaramente, ma che si dimostra molto più fluido e divertente e che mette in mostra quanto di bello, e non è poco, il gioco ha da offrire, soprattutto se si sceglie la modalità Esplorazione, che al contrario di quella Guidata non offre indicatori sulla mappa, lasciando al giocatore il compito di scoprire i luoghi nei quali si deve avventurare, seguendo le indicazioni di questo o quel personaggio.

[caption id="attachment_191047" align="aligncenter" width="1920"]Assassin's Creed Odyssey screenshot Ogni luogo d'interesse è una lista di cose da fare, sempre le stesse[/caption]

È così, in un certo modo ripiegando la struttura del gioco, che esso si fa più denso e appassionante. Spicca maggiormente la caratterizzazione dei protagonisti (noi abbiamo scelto Kassandra, e la adoriamo, ma nei panni di Alexios la trama non differisce) e dei comprimari, tra i quali, come da tradizione della serie, figurano numerose figure storiche; il combattimento (piacevole, fluido, coreografico, vario in base all'arma utilizzata), l'infiltrazione e l'assassinio diventano più significativi, perché non ripetuti in maniera ossessiva e meccanica; si apprezza ancora di più il bellissimo mondo di gioco, messo in scena da una tecnica di pregevolissima fattura. In questo modo si va a comporre, in maniera certo un po' artificiosa, ma efficace, un'esperienza stimolante, ben superiore alla somma della sue parti. Nella sua enormità Assassin's Creed Odyssey di fatto si perde e questa, per un gioco open world è una problematica grave, ma la qualità delle sue componenti è innegabile: semplicemente tocca al giocatore comporre un mondo più piccolo, ma ludicamente molto più rilevante.

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