Assassin’s Creed Mirage, la recensione
Assassin’s Creed Mirage è un ritorno ai grandi classici del passato, con tutti i pregi e i difetti di questa precisa scelta stilistica
Assassin’s Creed Mirage nasce da una precisa esigenza del pubblico: il ritorno a una tipologia di gioco meno vasta e focalizzata maggiormente sulle meccaniche stealth e sulla narrativa. Nonostante l’ottimo successo di pubblico e di critica della trilogia Origins, Odyssey e Valhalla, negli ultimi anni i fan di Assassin’s Creed hanno cominciato a guardare al passato con un pizzico di nostalgia. Le avventure di Altair ed Ezio continuano infatti a rimanere impresse nel cuore degli appassionati. Merito in parte di una storia dal ritmo più serrato e cinematografico, ma anche di una minore quantità di azioni da compiere. Affrontare giochi da più di cento ore, infatti, non è cosa per tutti. La deriva in stile The Witcher 3: Wild Hunt presa dal franchise si è rivelata nel tempo una scomoda barriera d’ingresso per una discreta fascia di pubblico.
Scopritelo insieme a noi nella nostra recensione di Assassin’s Creed Mirage.
BAGHDAD, 861 DOPO CRISTO
La trama di Assassin’s Creed Mirage vede protagonista Basim Ibn Ishaq, un giovane ladruncolo che vive insieme alla sua amica Nehal ad Anbar, alla periferia della magnifica Baghdad. La fame di potere e avventura porta però Basim a incrociare il cammino dell’Ordine degli Occulti e a entrare in contatto con un manufatto degli Isu durante un furto all’interno del palazzo del califfo. Quando la situazione degenera, il nostro protagonista non può far altro che fuggire e unirsi agli Occulti, cercando così di trovare un nuovo significato per la propria vita, andata completamente in frantumi. Al termine del suo addestramento, Basim viene quindi convocato per una missione importantissima. Una missione che lo porterà nuovamente a Baghdad per confrontarsi con l’Ordine degli Antichi e, soprattutto, con il suo passato.
La cura riposta nella riscostruzione storica, sia essa comunicata tramite documenti da leggere o il “semplice” comparto visivo, è incredibile. Baghdad è magnifica da esplorare e la sua dimensione ridotta rispetto ai precedenti capitoli della serie dona al tutto una marcia in più. Impossibile non innamorarsi di alcune location, che dimostrano per l’ennesima volta la passione messa dal team di Assassin’s Creed nel ricreare architetture e nel rappresentare il passato con estrema fedeltà.
UN RITORNO AL PASSATO...
Partiamo da un punto di forza già parzialmente accennato: la vastità del mondo di gioco. Assassin’s Creed Mirage è un titolo più contenuto, che può essere portato a termine in circa venti ore. Anche le ambientazioni che saremo chiamati a visitare non sono moltissime e, per questo, gli sviluppatori hanno saputo realizzarle al meglio. Il titolo è infatti molto più compatto, divertente e preciso nel level design. Il parkour ottiene di nuovo un valore e persino lo stealth finalmente riesce a tornare prepotentemente protagonista del gameplay. A corredo un combat system semplice, ma appagante, basato principalmente sulla schivata e sulla possibilità di contrattaccare gli avversari.
Siamo di fronte non più a un GDR sconfinato, ma un titolo action, con un numero di armi limitato, diversi oggetti da utilizzare per le proprie incursioni silenziose e un albero delle abilità ridotto, ma che permette comunque al giocatore di personalizzare la propria esperienza di gioco. Inutile dire che, per un appassionato dei primi Assassin’s Creed, tutto ciò è davvero magnifico.
... CON TUTTI I PREGI E I DIFETTI DI QUESTA SCELTA
Sono presenti, purtroppo, alcune problematiche che frenano l’ascesa di Mirage verso i migliori capitoli del franchise. Per cominciare, l’intelligenza artificiale dei nemici è spaventosamente scadente e, spesso, si riesce a compiere delle azioni stealth davanti ai loro occhi senza che questi si accorgano minimamente di nulla. La serie di Assassin’s Creed non ha mai brillato sotto questo punto di vista, ma è innegabile che questo risulti ancora un grande scoglio da superare.
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Sono presenti poi alcune missioni secondarie chiaramente pensate per allungare la longevità del titolo. Non che l'idea in sé sia da criticare, anzi, ma avremmo preferito una maggior cura nella scrittura di queste quest, che risultano spesso banali e superflue. I dev le hanno inserite per permettere così a Basim di ottenere punti, denaro e oggetti, ma siamo certi che sarebbe stato possibile implementare meglio il tutto, magari aggiungendo un pizzico di narrativa in più e non relegando le missioni a semplici incarichi senza infamia e senza lode.
Sia chiaro: nulla di davvero problematico, ma speriamo che se Ubisoft deciderà di continuare con la realizzazione di questa tipologia di Assassin’s Creed possa correggere il tiro in futuro.
UN MIRAGGIO FATTO DI LUCI E OMBRE
Il comparto tecnico di Assassin’s Creed Mirage offre momenti davvero esaltanti, alternati con piccole incertezze che speriamo di vedere prima o poi limate. Gli ambienti sono semplicemente sensazionali, accompagnati da un’illuminazione brillante e in grado di mostrare i muscoli del motore grafico proprietario di Ubisoft. Peccato, però, che lo stesso non si possa dire di tutti i modelli dei personaggi. I più importanti ne escono comunque a testa alta, ma non appena si passa a comprimari di minore entità ecco che si nota un vero e proprio salto qualitativo all’indietro.
Ottimo, invece, il comparto sonoro, che vanta un discreto doppiaggio in italiano (Basim è doppiato dal bravissimo Claudio Moneta) e una soundtrack dagli evidenti richiami arabeggianti, con qualche strizzata d’occhio ai fan del franchise. Su PC abbiamo potuto giocare senza alcun problema al titolo con risoluzione 4K e frame rate ancorato ai 60 FPS, senza percepire mai per un istante alcun calo di frame e/o problematiche tecniche di qualsiasi tipo. Siamo di fronte, infatti, a un’esperienza solida dal punto di vista tecnico, a dimostrazione di come la serie possa ancora competere tra i grandi dell’industria dei videogame.
ASSASSIN'S CREED MIRAGE IN POCHE PAROLE
Assassin’s Creed Mirage sprizza amore e passione per la serie da tutti i pori. Le nuove avventure di Basim sono un chiaro richiamo al passato che, incredibilmente, funziona benissimo anche al giorno d’oggi. In un mondo popolato da open world sconfinati e da titoli che sembrano puntare più sulla longevità che sulla qualità, Mirage compie un sapiente passo indietro, dimostrandosi un’opera più furba di molte altre. Alcuni problemi ovviamente permangono, come un’intelligenza artificiale poco ricettiva e delle missioni secondarie poco accattivanti, ma nulla di davvero disastroso. Assassin’s Creed Mirage fa esattamente quello che promette: regala al pubblico un titolo vicino ai grandi classici del passato della serie targata Ubisoft, uscendone comunque a testa alta. Speriamo che non si tratti di un esperimento fine a sé stesso, ma che l’azienda francese decida di continuare a percorrere questa strada fatta di sintesi, semplicità e passione.