Assassin’s Creed III Remastered è la dimostrazione di come certe cose invecchino meglio di altre – Recensione
4K, HDR e persino un altro gioco incluso: la recensione di Assassin’s Creed III Remastered
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
La triste e malinconica epopea di Ratonhnhaké: ton, costretto a farsi chiamare Connor Kenway per non urtare la sensibilità degli invasori delle terre dei nativi americani, popolo a cui appartiene, è una sottile polemica alle strategie utilizzate dai nascenti Stati Uniti D’America per imporsi sugli oppressori inglesi, una brillante allegoria di un modus operandi che ancora oggi viene utilizzata in altre forme, in altri contesti.
[caption id="attachment_194624" align="aligncenter" width="1000"] Anche l’hud presenta qualche piccola modifica. Ora, per esempio, potrete visualizzare il cono visivo degli avversari[/caption]
La produzione Ubisoft, in poche parole, sprigiona una complessità che all’epoca non tutti colsero appieno, accecati dall’innegabile pessima gestione della trama dedicata a Desmond Miles, nella linea temporale del presente, che finisce per tradire alcuni concetti cardine di Assassin’s Creed, oltre che generare un’inutile confusione su certi passaggi.
L’ambientazione architettonicamente più arida, rispetto ai capitoli con protagonista Ezio Auditore, ha costretto gli sviluppatori a puntare con più decisione sulle ambizioni open-world da sempre ostentate dal brand. Esplorazione e caccia, in questo senso, sono attività estremamente intriganti a cui dedicarsi, tanto più che questa Remastered introduce un sistema di crafting che permette la creazione di particolari oggetti con cui potenziare l’avatar.
Anche le battaglie navali, seppur meno raffinate rispetto a quelle affrontate in Black Flag, si rivelano tutt’ora in grado di divertire e coinvolgere.
Semmai, ad essere lievemente invecchiati, sono proprio gli scontri all’arma bianca. Laddove con Origins e Odyssey siamo stati testimoni di una netta evoluzione dei sistemi di combattimento, questo ritorno al passato potrebbe indispettire i videogiocatori più esigenti, costretti a ripetere identiche sequenze infinite di attacchi e parate. L’impatto coreografico di alcune battaglie ci mette una pezza, ma innegabilmente è certamente questo l’aspetto più arretrato di Assassin’s Creed III.
Molto meglio quando si tenta di risolvere la situazione mantenendo un basso profilo, tanto più che in questa riedizione Connor potrà attirare i nemici, quando nascosto nella vegetazione, ed esibirsi in spettacolari doppie eliminazioni.
Questa Remastered, inoltre, si completa con l’inclusione delle missioni di Benedict Arnold, l’espansione La Tirannia di Re Washington e, soprattutto, Assassin’s Creed: Liberation, spin-off originariamente pubblicato su PS Vita, che narra delle gesta di Aveline de Grandpré, Assassina in lotta con i Templari in Louisiana.
[caption id="attachment_194625" align="aligncenter" width="1000"] Se siete in possesso di un panello che supporta l’HDR avrete qualche difficoltà a gestire la gradazione più adatta, visto che quella standard è fin troppo accesa[/caption]
Purtroppo, graficamente il gioco soffre di qualche basso. Se la risoluzione fino ai 4K e il supporto all’HDR restituiscono al meglio i dettagli e i colori delle ambientazioni, i rinnovati effetti luce mettono in risalto modelli poligonali ed animazioni facciali ormai vetuste. Si poteva fare meglio, insomma.
Assassin’s Creed III Remastered è l’occasione ideale per scoprire o riscoprire uno dei capitoli più controversi dell’intera saga. Se il gameplay apparirà lievemente datato, sul fronte artistico la produzione Ubisoft ha ancora molto da dire, soprattutto grazie ad una trama profonda e complessa.
Inoltre, l’aggiunta dei DLC e di Liberation è un plus da non sottovalutare affatto.