Ash vs. Evil Dead 3x02 "Booth Three": la recensione

La recensione del secondo episodio della terza stagione di Ash vs. Evil Dead

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi

Spoiler Alert
Potremmo impostare tutto un discorso serioso sul fatto che il tema di questa stagione di Ash vs. Evil Dead sembra essere la paternità, ma finiremmo per sbellicarci dalle risate dopo la prima riga, quindi lasciamo perdere. Tratteniamo quindi le risate – attenti a non farci uscire le budella dalla pancia – e godiamoci anche questo secondo episodio della terza stagione di Ash vs. Evil Dead, intitolato Booth Three. Dopo gli eventi della scorsa settimana, che hanno segnato il ritorno dello show su Starz dopo una lunga pausa, il ritmo si distende un po'. Meno informazioni, meno eventi, ma il divertimento non ne risente, tutt'altro. Anche questo secondo episodio centra il segno.

In realtà, battute a parte, la paternità è davvero molto importante nella stagione, ancor più di quanto apparisse la scorsa settimana. Non soltanto abbiamo scoperto che Ash ha una figlia di nome Brandy, di cui prontamente si deve occupare dopo la morte della madre, ma la stessa trama centrale della stagione ruota intorno alla progenie di Ash. Rivediamo infatti Ruby, in una cold open che lascia il segno e ci mostra il demone dare la nascita ad una creatura inquietantissima. Questa è la progenie maledetta di Ash, che Ruby vorrebbe vedere come unica discendenza dell'uomo. Inevitabilmente Brandy finisce nel mirino delle forze del male, ma per adesso sono altri gli obiettivi dei villain.

Complessivamente accade di meno in questa puntata rispetto alla precedente, ma come detto il divertimento non manca. C'è un'apertura di episodio grottesca e splatter al punto giusto, in cui Ruby, cordone ombelicale come se fosse un guinzaglio, nutre la sua orripilante creaturina. E c'è un momento conclusivo da antologia dello show con uno scontro alla banca del seme tra il disgustoso e il troppo bello per essere vero. Ash come al solito è uno spasso, e con la sua energia riesce a imporre un valore aggiunto ad ogni momento in cui è in scena. È ad esempio il caso delle scene con la figlia, in cui ci aspetteremmo almeno un momento di aperto confronto e un tentativo di avvicinamento.

Niente di tutto questo, e anche quando il tentativo arriva, è vissuto come un goffo adeguamento a qualcosa di necessario piuttosto che qualcosa a cui si tiene veramente. Pablo e Kelly sono un po' in disparte, e ancora relegati alla fase preparatoria della stagione. Pablo riceve una visita sovrannaturale che in fondo gli fa piacere, e che lo richiama all'utilizzo dei suoi poteri. Kelly in secondo piano anche stavolta, con la zavorra del personaggio di Dalton che non ci piace neanche un po'. Questo cavaliere di Sumeria è un personaggio molto difficile da inquadrare al momento. In un'altra serie sarebbe un personaggio standard e dimenticabile, ma in Ash vs. Evil Dead è strano vedere un belloccio a caso da affiancare al gruppo, e buttato anche un po' a caso nella trama. Ci aspettiamo qualche svolta.

E ci aspettiamo anche qualche scena di combattimento che coinvolga Kelly più da vicino, dato che il personaggio dà il meglio nelle scene d'azione. Quindi una puntata di assestamento, necessaria a gestire meglio l'ambientazione stagionale.

Continua a leggere su BadTaste