Ash vs. Evil Dead 3x01 "Family": la recensione

Ash vs. Evil Dead ritorna con la terza stagione: un nuovo inizio per Ashy Slashy e i suoi compagni!

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Spoiler Alert
Ci è mancato Ash vs. Evil Dead. E ce ne rendiamo conto immediatamente, nel momento in cui la serie si apre con uno spot pubblicitario in cui Ash presenta la sua nuova attività commerciale. Ecco, quando realizziamo che ci andrebbe bene anche solo una serie in cui il personaggio gestisce un ferramenta-sexy shop e si interfaccia con i clienti, capiamo che questo è uno show di cui abbiamo bisogno e questi sono personaggi di cui difficilmente ci stancheremo. Il primo episodio della terza stagione della serie di Starz riparte un po' di tempo dopo gli eventi del finale della seconda stagione. In appena mezz'ora riesce a infilare tutti gli ingredienti che servono per rimettere in moto gli ingranaggi della storia, raggruppare i protagonisti e buttare nella mischia le solite secchiate di sangue.

Il bello di una serie come questa è che riesce ad affrontare tutte le ingenuità di scrittura che in altri contesti sarebbero dei difetti con una leggerezza e un approccio tali che è davvero impossibile criticarle. Un po' come accadeva nella scorsa stagione con i viaggi nel tempo, che certo non sono una novità nella saga. Qui c'è bisogno di riattivare il Necronomicon e le forze del male, ed ecco quindi che, senza troppi complimenti, una ragazza porta il libro dei morti ad un esperto che legge la formula scatenando ancora una volta il Male. Si rifà viva Ruby, spunta la moglie di Ash con tanto di figlia a sorpresa, tornano i segni del libro sul corpo di Pablo e Kelly imbraccia ancora una volta il fucile accompagnata da un misterioso giovane.

È tutto palesemente frullato in questa mezz'ora che deve far ripartire il tutto, perché no, non è proprio possibile immaginare una vita normale per Ash, tanto che lo stesso personaggio non si lamenta più di tanto e torna a combattere. Nella sua assurdità di fondo e nel suo viaggiare continuamente sopra le righe, Ash vs. Evil Dead trova una forza che gli permette e ci permette di goderci semplicemente quello che accade senza troppi problemi. Un mascotte posseduta a scuola, strumenti musicali assassini, personaggi appena introdotti squartati senza troppi complimenti: che meraviglia.

Al terzo anno poi, ormai conosciamo talmente bene i personaggi che la serie può permettersi di ridurre al minimo parentesi e deviazioni e raccontarceli esclusivamente tramite reazioni estemporanee e momenti d'azione. E tutto funziona nel suo essere sempre riconducibile ad una logica interna, quella tipica di questo cartoon in live action dove più sangue c'è e più ci divertiamo, dove Ash può – e deve – sdrammatizzare la morte della donna che è appena rientrata nella sua vita, anche di fronte alla figlia che ha appena conosciuto e alla quale offre una canna. Kelly è un po' sacrificata dal minutaggio di questo primo episodio, ma a qualcosa si deve rinunciare, e sicuramente la serie troverà il modo di darle il suo spazio, mentre apprezziamo il modo in cui Ruby è stata recuperata ancora una volta come villain.

Ash vs. Evil Dead ritorna dunque con un nuovo curatore, dopo l'abbandono di Craig DiGregorio e il subentrare di Mark Verheiden. Per certi versi si tratta di un reset, di un nuovo inizio in compagnia dei vecchi amici della serie. Piacevolissimo.

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