Arrow 7x15 "Training Day": la recensione

La nostra recensione del quindicesimo episodio della settima stagione di Arrow intitolato Training Day

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Spoiler Alert
Arrivato alla sua settima stagione e, come è stato ufficialmente annunciato, a soli 17 episodi dal suo addio alle scene (sì, manca davvero così poco!), Arrow continua ad avere problemi non indifferenti da affrontare, molti dei quali, ma non tutti, sono stati creati negli anni passati e si riverberano prepotentemente in questa stagione nonostante gli ottimi sforzi compiuti dal nuovo team creativo a capo della serie.

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Prendiamo per esempio la trama principale dell'episodio: il neo Team Arrow, entrato ufficialmente a fare parte del corpo di Polizia, viene inspiegabilmente costretto in questo episodio a fare cento passi indietro rispetto a qualche puntata fa, obbligando tutti i suoi membri a diventare di fatto delle reclute, vestire letteralmente i panni dei poliziotti ed agire secondo le loro regole, dimenticando completamente lo status nel quale il gruppo si trovava anche solo fino al 150° episodio intitolato Emerald Archer, nel quale - sotto forma di un documentario girato da una troupe ospite del Distretto di Polizia - il pubblico davanti alla vera e finta telecamera aveva potuto constatare con i suoi occhi come questa inusuale partnership riuscisse a funzionare, unendo di fatto il meglio di due mondi.
In Training Day tutto questo, come accennavamo, viene completamente ignorato, dimenticando che per far funzionare questa unione, l'unica parola possibile sia chiaramente: compromesso.
Non solo infatti i metodi del Team Arrow vengono ripetutamente castrati, finendo per costringere Oliver e Felicity ad agire di testa propria compromettendo il caso che stanno seguendo, ma il tutto viene curiosamente fatto dimenticando fondamentalmente 5 stagioni della serie.
Prima dello scisma del Team e fino a che questo aveva agito parallelamente al corpo di polizia, molti dei nemici di Green Arrow sono stati arrestati e consegnati alle forze dell'ordine senza troppi complimenti e senza rispettare i canali ufficiali, parte della premessa dell'inizio di questa stessa stagione è consistita nel mostrare Oliver Queen alle prese con l'ambiente ostile di un carcere che lui stesso aveva contribuito a popolare nel ruolo di Green Arrow, sottolineando come tra vigilanti e giustizia dovesse già esistere un compromesso funzionante che aveva permesso la condanna dei criminali consegnati alla giustizia con metodi tutt'altro che legali.
Tutto ciò viene però dimenticato ed improvvisamente e senza alcuna ragione apparente, il Team Arrow viene costretto ad agire in maniera non efficace, senza sfruttare quelli che sono i suoi punti di forza, fino alla ribellione del suo leader che, spinto dal desiderio di ripulire la città in vista della nascita del suo secondogenito, torna improvvisamente ai vecchi metodi, fino a che l'intervento di Diggle non aiuta lui e Felicity a ragionare ed a cercare un compromesso che poi corrisponderà a ciò che avevamo già di fatto visto, per l'appunto, in Emerald Archer.

Un altro aspetto dell'episodio che avrebbe forse richiesto maggiore approfondimento è la scoperta di Dinah (Juliana Harkavy) di non poter più usare il proprio potere ed il conseguente conflitto che si ritrova a vivere non sapendo più bene se sentirsi davvero parte del nuovo Team Arrow o essere semplicemente il capitano di polizia scelto dal sindaco. Trovarsi di fronte ad un simile bivio per un'identità forte come quella di Dinah non deve essere stato sicuramente facile e per quanto tutti le assicurino che il suo pianto non sia l'unica cosa che la identifichi come Black Canary, la sua origine racconta un'altra storia, una storia che peraltro si scontra anche con il fatto che nella serie esiste già un'altra persona che ha quello stesso potere perfettamente funzionante.

Non-Laurel è non a caso protagonista, assieme a Mia e William, della parte migliore dell'episodio, costituita in questo caso dai due b-plot della puntata.
Grazie ad una telefonata da parte di Ben Turner (Michael Jai White) non-Laurel scoprirà infatti della morte di Ricardo Diaz, il quale le rivelerà il nome del responsabile dell'omicidio in cambio della possibilità di vedere il figlio, che verrà rivelato a sorpresa essere, da adulto, il Connor Hawke dei flashback che sarà adottato da Diggle.
Avendo mantenuto la sua parte del patto e essendo riuscita a riunire Ben con il figlio per una breve visita, non-Laurel riceverà in cambio la notizia che ad aver ucciso Diaz è stata Emiko, aprendo così la strada ad un'interessante conflitto tra le due in cui la prima, che è riuscita a guadagnarsi la fiducia di Oliver solo per il nome che porta, costituisce una minaccia di cui nessuno sospetta l'esistenza, mentre la seconda continua ad essere guardata con sospetto e non verrebbe probabilmente creduta nel caso in cui dovesse mettete in dubbio la credibilità di Emiko.

Nel futuro, nel frattempo, William e Mia (che scopriamo aver ricevuto questo nome dal padre, in quanto diminutivo di Moira) lavorano finalmente assieme per recuperare il mini registratore grazie al quale sentire il messaggio lasciato loro da Felicity. Dopo diverse difficoltà, i due riusciranno nell'impresa e la voce della madre - dopo aver detto loro in maniera piuttosto scarna di averli tenuti separati per la loro salvaguardia - li guiderà direttamente verso The Glades, una sorta di Gotham al contrario, nonché l'unica parte della città che, protetta letteralmente da un muro, sia attualmente vivibile e non in balia dei criminali che infestano Star City.

Il ruolo di Felicity e la sparizione di Oliver nel futuro sono evidentemente la chiave di volta di questa stagione: come scopriremo grazie all'intuitività di Dig, Felicity sta già lavorando a qualcosa di grosso nel presente, qualcosa che avrà certamente un impatto nel futuro ed il fatto che, per inciso, quello di Oliver sembri essere diventato un nome da non pronunciare, scrive le basi per quella che sarà la conclusione della serie e che porterà magari alla sparizione del suo protagonista.
Considerate le recenti parole di Stephen Amell durante l'annuncio della conclusione della serie, la trama di Crisi sulle Terre Infinite ed il destino di Barry Allen in The Flash, magari è possibile che l'arciere mascherato non sia necessariamente destinato al sacrificio ed alla morte, ma a prendere piuttosto il posto di Barry in una misteriosa sparizione dalle scene, lasciando così la porta aperta ad un suo eventuale ritorno nei panni della guest star nell'Arrowverse.

La settima stagione di Arrow, con l’episodio Brothers and Sisters, tornerà in onda negli Stati Uniti ogni lunedì 4 marzo su The CW, mentre in Italia debutterà a partire da questa sera su Premium Action.

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