Arrow 7×07 “The Slabside Redemption”: recap e commento

La nostra recensione del settimo episodio della settima stagione di Arrow intitolato "The Slabside Redemption"

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Recap

A seguito dell'accordo fatto da Laurel con i federali, Oliver Queen sta per tornare a essere un uomo libero, con il recentemente catturato Ricardo Diaz pronto a prendere il suo posto allo Slab.

Le cose, però, non vanno come previsto, con il pericoloso criminale criminale che riesce a corrompere le guardie carcerarie e a infiltrarsi nella prigione di massima sicurezza, pronto a scatenare una rivolta carceraria senza precedenti, con l'obiettivo di assassinare l'ex Green Arrow.

Oliver, che già ha le sue beghe da risolvere all'interno dello Slab, deve combattere per la sua vita, così come quella di tutte le guardie e i prigionieri del carcere, trovandosi così faccia a faccia con la sua più recente nemesi.

Si chiude il primo grande atto della settima stagione di Arrow.

Commento

Era da tempo che non eravamo spettatori di un episodio così galvanizzante di ArrowThe Slabside Redemption ci ha riportati un po' indietro nel tempo, a quando questo show era frequentemente frizzante e denso di azione.

Prima di tutto: ci eravamo sbagliati. La scorsa settimana avevamo pensato che la storyline legata a Ricardo Diaz si fosse conclusa con la sua cattura, inciampando nel sottovalutare le mille risorse di questo villain così come quelle degli autori. Ed è bello scoprire di essersi sbagliati, perché ciò sta a significare che Arrow è davvero ancora in grado di sorprendere.

C'è poco da dire su The Slabside Redemption, se non che è un episodio che rasenta la perfezione (all'interno dei parametri degli show dell'Arrowverse). Gli autori non solo mettono in scena una storia iper-dinamica, piena zeppa di sequenze d'azione violentissime e coreografate magistralmente, ma sono anche in grado di chiudere tutte le sotto-trame "carcerarie" che avevano aperto nel corso della prima parte della settima stagione.

Ci sono dei momenti davvero epici all'interno dell'episodio, con ciascuno dei "partecipanti" alla rivolta che ha un suo preciso ruolo da giocare, fino a una conclusione silenziosa e toccante.

Succede tutto all'interno delle mura dello Slab, all'interno di un inferno in cui ognuno deve lottare per la sua vita, e non tutti ce la faranno a vedere il sole sorgere l'indomani. Sorprendente, in questo senso, il ruolo giocato dall'ex criminale (redento?) Turner alias Bronze Tiger, ed estremamente appagante il faccia a faccia finale tra Oliver e Diaz, con l'ex vigilante che finalmente - e simbolicamente - mette il criminale nel luogo a cui appartiene davvero, dopo mesi e mesi di angherie e sconfitte.

Ci sono dei passaggi poco logici, all'interno della storia. Non possiamo ignorare questo passaggio. Il modo in cui Diaz evade e soprattutto quello in cui riesce a infiltrarsi in una prigione di massima sicurezza sono decisamente poco credibili e realistici. Ma accettiamo di buon grado tali semplificazioni, sospendendo la nostra incredulità, se questo permette la risoluzione di una storyline che richiedeva assolutamente di trovare la sua conclusione.

Ora lo show proseguirà verso nuovi orizzonti, che riguarderanno quasi certamente l'identità del nuovo Green Arrow e i tanti misteri della sequenza ambientata nel futuro, e per la prima volta da tanto tempo, torneremo a sederci davanti allo schermo con entusiasmo, in attesa del prossimo episodio.

In The Slabside Redemption finalmente scopriamo il cognome di Stanley, che è Dover: nei fumetti DC Comics, Stanley Dover è un personaggio minore creato sulle pagine di Green Arrow vol. 3 #1 (2001), da Kevin Smith e Phil Hester. Si tratta di un serial killer e stregone, specializzato nell'uccidere bambini.

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