Arrow 6x21, “Docket No. 11-19-41-73”: la recensione

La nostra recensione del ventunesimo episodio della sesta stagione di Arrow, intitolato "Docket No. 11-19-41-73”

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Il processo di Oliver Queen ha inizio: l'ex sindaco di Star City, smascherato, deve far fronte a pesanti accuse inerenti i presunti crimini commessi con l'identità di Green Arrow.

Con Black Siren pronta a testimoniare nei panni di Laurel Lance, pare non esserci più speranza per il protagonista, ma un inaspettato alleato potrebbe sovvertire quello che sembra un verdetto già scritto.

Senza troppi giri di parole, Docket No. 11-19-41-73 è il miglior episodio della sesta stagione di Arrow, almeno finora. Con un impianto narrativo degno di un buon procedurale televisivo americano, il ventunesimo capitolo di questa annata dello show racconta in modo fluido e straordinariamente armonico le vicissitudini legali di Oliver, che questa volta parrebbe più che mai al capolinea.

L'intreccio si avvale anche di intervalli con distinte sequenze puramente action: in particolare, è l'incipit di Docket No. 11-19-41-73 a essere davvero ben confezionato sotto l'aspetto più tecnico, oltre a fungere da innesco per il twist narrativo principale dell'episodio.

Proprio il più grande colpo di scena dell'episodio giunge nel modo più inaspettato: ben intesi, che ci dovesse essere un "nuovo" personaggio pronto a fare il suo trionfale ingresso in scena per (provare a) salvare la situazione lo sapevamo fin dal primo minuto, eppure l'arrivo di quel determinato soggetto, in quel particolare modo, con quel particolare outfit funziona tanto. E funziona ancora di più quando si rivela che il colpo di scena principale nasconde invece al suo interno un altro twist narrativo, quasi come fosse una matrioska narrativa (in senso più letterale di quel che si potrebbe credere).

Nell'episodio non mancano altre sorprese e soluzioni narrative apprezzabili: precisiamo come molte di queste siano assolutamente prevedibili se non proprio "telefonate", ma nonostante ciò, il risultato finale è godibile, e lo sottolineiamo con grande sollievo. Ci volevano davvero ventuno episodi per arrivare al picco narrativo della sesta stagione di Arrow? E questo momento è destinato a essere seguito da altri alla stessa altezza, se non superiore, o si tratta di un caso isolato?

Domande, domande, domande alle quali è impossibile oggi dare una risposta certa. Bisognerà aspettare, ma nonostante ciò si può fare un'analisi preliminare con i dati già in nostro possesso. Non a caso, infatti, in questa seconda parte della sesta stagione abbiamo notato una ricalibrazione della direzione e dei toni della storia molto simile a quanto avvenuto circa un anno fa, con la quinta annata di Arrow. Questo show sembra infatti tirare fuori il meglio nel momento in cui si avvicina, per quanto possibile, a un maggiore realismo. Meno scene in costume, luce dei riflettori maggiormente sull'aspetto più umano dei personaggi, sia "buoni" che "cattivi".

Con tutto l'episodio che si ispira liberamente alla saga a fumetti intitolata The Fall of Green Arrow, il titolo di questo capitolo - Docket No. 11-19-41-73 - è un simpatico easter egg e fa riferimento alla prima apparizione in assoluto del personaggio di Freccia Verde, avvenuta sulle pagine di More Fun Comics #73, albo uscito negli stati uniti il 19 novembre 1941.

Nell'episodio, l'avvocato di Oliver si chiama Jean Loring, noto personaggio dell'Universo DC a fumetti. Moglie di Ray Palmer alias Atom, è nota per aver scatenato l'evento Crisi d'Identità.

Fa il suo esordio assoluto anche il personaggio di Alexa van Owen, che viene descritta come l'avvocato accusatore che ha messo fine all'Intergang e all'impero criminale di Bruno Manheim: anche in questo caso abbiamo a che fare con noti elementi narrativi dei fumetti DC Comics, in particolare di quelli di Superman.

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