Arrow 6x11, “We Fall”: la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio della sesta stagione di Arrow, intitolato “We Fall”

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Con il Team Arrow spaccato a metà, Cayden James lancia il suo letale attacco a Star City. Sebbene le azioni del criminale sembrino assolutamente casuali, in realtà il nuovo grande avversario di Oliver Queen ha un piano e motivazioni pregresse ben precise.

Green Arrow, assieme a Diggle, deve dunque cercare di arginare una minaccia sempre più pressante, che mette a repentaglio anche la vita di suo figlio William. Nel frattempo la squadra composta da Mr. Terrific, Black Canary e Wild Dog prova a ritagliarsi un suo spazio, interagendo anche con il machiavellico Vigilante.

Dopo il nulla cosmico che ci ha avvolto negli ultimi episodi di Arrow, trasformandoci in spietati e disillusi nichilisti (in grado di scatenare l'ira furente di alcuni nostri lettori), eccoci qui pronti a dire che We Fall sta a rappresentare un netto miglioramento rispetto al recente passato. Non che ci volesse molto, ben intesi. A ogni modo, le ragioni dietro questa lieve miglioria qualitativa che ha lo stesso sapore dell'acqua nel deserto c'é prima di ogni cosa una fase di scrittura finalmente con una direzione, in grado di strappare i personaggi - specialmente quelli nuovi - dal tedio più totale nel quale erano rimasti incolpevolmente intrappolati.

In We Fall, dunque, qualcosa si muove veramente, al di là della caduta - che non c'é, a conti fatti - anticipata dal titolo (da leggersi senza soluzione di continuità con Divided, titolo dell'episodio precedente). Prima di ogni cosa, dopo solo qualche mese di vuoto narrativo, scopriamo finalmente quelle che potrebbero essere le motivazioni che stanno spingendo Cayden James a intraprendere il suo sentiero vendicativo nei confronti di Oliver Queen: a quanto pare, infatti, il secondo gli avrebbe ammazzato il figlio. Nota: intuiamo già che questo evento dovrebbe non essersi mai verificato, ma non riusciamo comunque a non sorridere amaramente pensando che il villain della scorsa stagione - Prometheus - voleva vendicarsi dell'omicidio di suo padre da parte di Green Arrow. In sostanza, si è dunque semplicemente invertita la premessa narrativa dell'anno scorso, andando inoltre a mettere in scena un confronto in cui il villain affronta vis-à-vis il protagonista nei suoi panni civili, impegnato al lavoro, consapevole della sua impossibilità di reagire onde svelare la sua identità segreta. Insomma, sebbene ci siano state date finalmente delle risposte in grado di dare un minimo di senso alla trama generale, non possiamo di certo premiare gli autori per la loro fantasia.

Torna prepotentemente al centro della narrazione, inoltre, la fatidica promessa - non mantenuta - fatta da Oliver a suo figlio William: le bugie hanno le gambe corte e prima o poi vengono smascherate, come puntualmente accade anche in questo caso. Non c'é da preoccuparsi, però, perché finisce tutto a "tarallucci e vino": al ragazzino basta vedere un video in diretta di Green Arrow e i suoi alleati che ammazzano di botte dei criminali per capire che il suo babbo è in realtà un eroe.

A ogni modo - e al di là della facile ironia con la quale si è voluta impostare la recensione - la sesta stagione di Arrow rimane sì molto povera in termini di contenuti, ma con We Fall si dimostra almeno il tentativo da parte degli addetti ai lavori di cercare di trovare una quadra all'interno della storia. Ci sono piccoli segnali che ci danno qualche moderata speranza, in questo senso, a partire dal filone narrativo con protagonisti gli Outsiders.

Proprio il nome che Terrific dà alla sua nuova squadra è uno degli elementi più iconici della continuity dei fumetti DC Comics. Nell'Universo DC ci sono stati svariati team di eroi e vigilanti chiamati Outsiders, a partire da quando Batman lasciò la JLA per mettere su una sua personale task force, fino al collettivo di antichi clan visto sulle pagine della serie Freccia Verde de I Nuovi 52.

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