Arrow 6x02, “Tribute”: la recensione

La nostra recensione del secondo episodio della sesta stagione di Arrow, intitolato “Tribute"

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L'identità segreta di Oliver Queen come Green Arrow è stata rivelata. È con questo clamoroso colpo di scena, avvenuto nel finale della season première della sesta stagione, che abbiamo atteso per una settimana il ritorno di Arrow. Una fonte misteriosa, ha infatti diffuso una foto che dimostra come il vigilante di Star City e il sindaco della città siano la stessa persona.

Oliver e i suoi alleati devono dunque gestire una situazione di vera emergenza, con gli occhi dei media puntati 24/7 sul protagonista. Oltre a cercare i responsabili della diffusione della suddetta foto, il Team Arrow deve affrontare anche una pericolosa minaccia terroristica, legata al passato dello stesso Queen. Che le due cose siano connesse?

Il protagonista cerca dunque di scagionarsi in ogni modo, anche a fronte di un'investigazione federale, provando contestualmente a preservare il già complicato rapporto con suo figlio, William. Nel frattempo, Diggle affronta i suoi demoni personali. Il finale dell'episodio, infine, lascia presagire un grande cambiamento di status quo per Green Arrow.

Date le premesse, da Tribute era lecito aspettarsi di più. Non è la prima volta, infatti, che il protagonista di Arrow deve fronteggiare la messa a repentaglio della sua identità segreta, e dunque credevamo che il grosso colpo di scena della scorsa settimana avrebbe avuto conseguenze più significative. Così non è stato, e l'"Arrow-gate" viene bene o male risolto nell'ambito di un singolo episodio, producendo tanto rumore, ma ben poca sostanza.

Per quanto, inoltre, nelle cinque stagioni precedenti i produttori dello show siano stati in grado di dar vita a una bella mitologia dietro al personaggio principale, giunti al sesto anno il continuo riciclo di nemici e minacce a essi connesse inizia a creare un'atmosfera narrativa piuttosto stantia: serve assolutamente una ventata di aria fresca, con lo sviluppo di nuove idee.

Nonostante i corsi e ricorsi storici, però, in Tribute ci sono elementi positivi, a partire dalle belle sequenze di azione, davvero apprezzabili in termini di coreografie, inquadrature e montaggio: oramai da questo punto di vista, Arrow è una garanzia. Sottolineiamo, inoltre, la buona prova corale di tutto il cast: le dinamiche interne generatesi all'interno del Team Arrow consentono a ogni personaggio di interpretare il suo giusto ruolo all'interno della storia, con la giusta coerenza e partecipazione da parte degli attori.

Nell'attesa che la sesta stagione dello show entri finalmente nel vivo, segnaliamo come nelle prime battute di Tribute venga esplicitamente menzionato Bruce Wayne, che come tutti sapranno nei fumetti DC Comics è l'alter ego di Batman: dunque, nell'Arrowverse questo personaggio esiste ufficialmente, e abita a Gotham City. Da qui a essere certi che il Cavaliere Oscuro possa un giorno apparire negli show DC della The CW ci vuole ancora parecchio, ma dato che in Supergirl abbiamo già visto esordire come comprimario Superman, possiamo quantomeno sperare.

Sempre in riferimento ai fumetti DC, nell'episodio viene menzionata la Markovia, fittizio stato europeo situato idealmente tra Francia, Belgio e Lussemburgo, e patria del supereroe Geo-Force.

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