Arrow 5×21, “Honor Thy Fathers”: la recensione

La nostra recensione del ventunesimo episodio della quinta stagione di Arrow, intitolato “Honor Thy Fathers"

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Spoiler Alert
Il ventunesimo episodio della quinta stagione di Arrow, intitolato Honor Thy Fathers e diretto da Laura Belsey, esplora le conseguenze della rivelazione che sotto la maschera di Prometheus si nasconde l'ex Procuratore Distrettuale di Star City: tutti coloro condannati nel corso delle indagini capitanate da Adrian Chase sono rimessi in libertà, evento che riporta un'orda di violenti criminali in strada, compreso Derek Sampson, il boss della droga che non prova alcun dolore fisico. Conseguentemente, il Team Arrow è davvero molto indaffarato a gestire questa nuova emergenza.

Come se non bastasse, il main villain di questa stagione cala un ulteriore asso dalla sua manica, quando fa pervenire un misterioso cadavere presso l'ufficio del sindaco della città, cosa che porta a galla alcuni segreti del passato della famiglia Queen. In uno scontro in cui i peccati dei padri sembrano immancabilmente ricadere sui figli, Green Arrow e Prometheus si trovano faccia a faccia in quella che potrebbe essere la loro ultima battaglia.

Nel passato, intanto, Oliver, accompagnato da Anatoly, fa il suo ritorno sull'isola di Lian Yu, dove sarà ritrovato qualche tempo dopo: anche qui, però, non mancano i colpi di scena.

Tenendo sempre presente che nel valutare le serie TV dell'Arrowverse cerchiamo di non essere troppo severi e contestualizzare questi show, dedicati perlopiù a un pubblico adolescenziale e senza troppe pretese, ci troviamo ancora una volta a dover fare un plauso agli showrunner di Arrow, che con la quinta stagione della serie TV stanno proponendo una storia avvincente e realistica, drammatica e credibile, e soprattutto ricca di twist che portano la narrazione sempre in nuove direzioni. Con Honor Thy Fathers, infatti, lo show prende una piega quasi à la Amleto, in un dramma che assume sempre di più i toni di una tragedia di natura molto personale e familiare, con due figli che finiscono a scontrarsi all'ultimo sangue per vendicare i loro rispettivi padri. E poco importa che questi indossino maschere e costumi e che operino in un universo narrativo di origine fumettistica e natura supereroistica, in cui vi sono anche superumani come Flash: la famiglia è sempre la famiglia, anche per i vigilanti urbani e i loro nemici.

Fa sorridere pensare a come uno dei principali punti di critica negativa nei confronti di Batman v Superman: Dawn of Justice ironizzasse proprio sulla "questione Martha" - nome delle due madri di Clark Kent e Bruce Wayne - come punto di svolta della storia, mentre oggi una trovata di natura simile, ma molto più oculata e funzionale nella sua semplicità, sta rendendo la quinta stagione di Arrow un show adulto e dignitoso, facendoci dimenticare facilmente la scorsa - e orribile - stagione.

Segnaliamo, inoltre, come la regia e il montaggio di Honor Thy Fathers rappresentino un bell'esempio di "fare televisione", con inquadrature e stacchi di distinta fattura che contribuiscono in modo significativo ad arrivare progressivamente e appassionatamente al climax emotivo della storia.

In mancanza di chiari easter eggs ai fumetti DC, segnaliamo come il titolo Honor Thy Fathers richiami quello del secondo episodio della prima stagione dello show - Honor Thy Father - e come in una delle sequenze iniziali si faccia riferimento alla pellicola Witness - Il testimone (1985) di Peter Weir, e al suo protagonista Harrison Ford.

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