Arrow 5×12, “Bratva”: la recensione

La nostra recensione del dodicesimo episodio della quinta stagione di Arrow, intitolato “Bratva"

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Nel dodicesimo episodio delle quinta stagione di Arrow, intitolato Bratva e diretto da Ben Hernandez Bray, il Team Arrow è costretto a recarsi in missione segreta in Russia, per catturare un fuggitivo in possesso di un'arma nucleare, mentre nel passato Oliver Queen inizia a impersonare il vigilante noto come Arrow nel corso del suo addestramento con Talia al Ghul.

L'episodio si apre mostrandoci una situazione di partenza finalmente serafica e positiva: grazie al Procuratore Distrettuale Chase e alle rischiose scelte di Felicity - tornata in contatto con il suo passato da hacker attivista - Diggle è stato scagionato dalle pesanti - e false - accuse che lo vedevano colpevole di tradimento e quindi prigioniero. Colui che aveva cercavo di incastrare John, il Generale Walker, riesce però a sfuggire alla giustizia americana, recandosi in Russia e portando con sé una bomba nucleare da vendere ad alcuni separatisti markoviani.

Oliver si recherà dunque in Russia con la sua squadra quasi al completo, compresa la nuova arrivata Dinah, per sventare questo pericoloso traffico e catturare Walker: purtroppo, però, una volta giunto lì, il protagonista ritroverà ad attenderlo una sua vecchia conoscenza, Anatoly, e non a braccia aperte: come sappiamo dalla sequenza in flashback di questa stagione - così come da alcuni episodi di quelle precedenti - Oliver ha trascorso del tempo in Russia, prima di far ritorno a Star City, diventando un membro della fratellanza criminale sovietica nota come Bratva. I peccati del passato, dunque, daranno la caccia al protagonista nel presente, e Oliver dovrà essere capace di gestire una situazione estremamente complessa e delicata.

In America, intanto, Quentin Lance farà ritorno al suo lavoro come vicesindaco di Star City, dopo un periodo di riabilitazione funzionale a risolvere i suoi gravi problemi di alcolismo. A sostenerlo e incoraggiarlo ci sarà Rene, che lo aiuterà a gestire le varie pressioni incombenti, specie quelle della giornalista Susan Williams, la quale è oramai molto vicina a Oliver e sempre più ambigua nella sua condotta.

Cinque anni nel passato, il protagonista indossa per la prima volta il costume di Arrow, su suggerimento di Talia al Ghul, la quale gli ha svelato che se vorrà tenere a bada il mostro dentro di lui, dovrà crearsi una seconda identità che abbia quasi una funzione catartica.

Arrow è una serie TV sensibilmente in ripresa, dopo lo scialbo midseason premiere, come confermato anche da questo episodio: Bratva presenta una storia volutamente semplice e sostanzialmente prevedibile - basti pensare alla "minaccia nucleare" - ma non per questo poco godibile. A volte per fare qualcosa di buono basta evitare voli pindarici, fumosi virtuosismi e sensazionalistici colpi a effetto - come, per esempio, la "resurrezione" di Laurel - limitandosi a creare una struttura narrativa coriacea, con un inizio e un finale coerenti: in questo caso ne abbiamo un buon esempio. Il fatto che il fuggitivo Walker si rechi proprio in Russia è ovviamente una scelta pretestuosa, funzionale a connettere il passato e il presente di Oliver Queen e creare, sul finale, un nuovo e interessante sbocco narrativo.

Inoltre, sembra una banalità dirlo, ma i personaggi sono importanti all'interno di una qualsiasi storia: però, a volte, gli showrunner di questi prodotti estremamente pop e mainstream, con episodi che hanno un'emivita molto breve, tendono a dimenticarsi di caratterizzarli, limitandosi a usarli come pedine per raccontare quello che vogliono e mettendo loro in bocca dialoghi strampalati e raffazzonati. Invece, specie in questi show dedicati a un pubblico perlopiù adolescente, basta poco per fare la differenza, cercando più di costruire una storia sui personaggi che i personaggi su una storia: spogliare i protagonisti per quasi un intero episodio dei loro costumi, mettendo la loro faccia nuda di fronte a una situazione dal grande potenziale tragico, funziona e ci fornisce uno spettacolo dignitoso. Su tutti, è il ritorno di Quentin Lance, interpretato dall'esperto Paul Blackthorne a dare la giusta gravitas a questo capitolo.

Bratva non sarà mai ricordato come uno dei momenti migliori di Arrow, né tantomeno farà la storia della televisione, ma è un episodio gradevole e qualitativamente apprezzabile, con una sceneggiatura e una regia precise e senza grosse sbavature.

Per quanto concerne gli easter eggs e i riferimenti ai fumetti DC Comics, segnaliamo che il Freccia Verde presente in Bratva ricorda molto quello scritto dal grande autore Mike Grell nel corso della sua lunga gestione della testata Green Arrow: un uomo in fuga dal suo passato, che viaggia per il mondo, spesso senza maschera e costume e che è protagonista di storie dal forte sapore politico e sociale.

Infine, i separatisti al quale Walker è intenzionato a vendere l'arma nucleare provengono dalla Markovia, uno piccolo Stato fittizio dell'Universo DC situato in Europa, tra Francia, Belgio e Lussemburgo.

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